Concorso scuola, alta tensione Azzolina-Pd per la sanatoria dei precari

da Corriere della sera

Gianna Fregonara

Dopo il caso Bonafede, un altro scontro politico sta facendo fibrillare la maggioranza. Il nodo del contendere sono i concorsi della scuola: le norme che regolano il concorso straordinario che permetterà a 32 mila supplenti con almeno tre anni di anzianità di avere una cattedra di ruolo sono contenute nel decreto del 7 aprile, in discussione al Senato da un mese e mezzo. La prova per i precari è unica, un quiz di 80 domande, che la ministra Azzolina immagina si possa tenere tra luglio e agosto. Non proprio una sanatoria ma quasi. Eppure da quando lo scorso dicembre si erano cominciate a mettere le basi per questo concorso semplificato, prima i sindacati e poi anche Pd e Leu si erano schierati contro Azzolina chiedendo di semplificare ulteriormente. Ma neppure l’emergenza ha smosso la ministra: i bandi sono pubblicati, manca soltanto la data della prova, che nei progetti della ministra dovrebbe essere entro l’estate.

La super sanatoria

Dall’arrivo del decreto scuola in Parlamento prima Leu e poi il Pd hanno presentato emendamenti per trasformare il concorso in una graduatoria per titoli. Trovandosi curiosamente in sintonia con i partiti dell’opposizione da Meloni a Salvini. Non sono bastate lunghe riunioni di maggioranza in questo mese e mezzo. Neppure la norma – contenuta nel decreto rilancio – che aumenta da 24 mila a 32 mila i posti del concorso ha placato gli animi. Mercoledì si sarebbe dovuto finalmente votare il decreto in commissione al Senato, per poi farlo passare velocemente per l’Aula del Senato e alla Camera: entro il 7 giugno infatti deve essere approvato definitivamente e il tempo è pochissimo, specie se si considera che oltre alle norme dei concorsi, il decreto è la cornice legislativa per la Maturità di quest’anno.

La mediazione

Tant’è. A questo punto il Pd è diviso tra chi pensa di chiudere lo scontro e chi non vuole mollare. Il confronto di mercoledì sera tra Azzolina (accompagnata dal ministro dei rapporti con il Parlamento D’Incà) e gli esponenti del partito per trovare una mediazione è finito senza accordo. L ministra ha proposto di mettere una clausola di emergenza nella legge per cui, nel caso di riemergere del coronavirus, i 32 mila docenti vengano comunque assunti a tempo determinato per l’anno prossimo rinviando la prova alla prima data utile. Il no di Leu ha trascinato con sé una parte della maggioranza. Mentre il M5S, non senza qualche malumore si è allineato alle decisioni della sua ministra, appoggiata in questa circostanza da Italia Viva. Ma le tensioni arrivano fino a dentro il ministero dell’Istruzione con il sottosegretario Peppe De Cristofaro (Leu) apertamente schierato con i sindacati e contro il concorso. Il clima resta molto teso. Non solo la ministra Bellanova (Iv) proprio ieri ha trovato l’occasione di attaccare Azzolina dicendo che le scuole si sarebbero dovute aprire già ora, ma le malelingue riferivano di manovre, al momento fantasiose, di una sostituzione della ministra con il presidente della commissione dei saggi Patrizio Bianchi, o addirittura con la sua vice ministra Anna Ascani.

I sindacati

C’è tempo fino a martedì per arrivare ad una soluzione, da inserire in un emendamento del governo sul quale ormai non si può fare a meno di mettere la fiducia, visto il ritardo nella discussione. Difficile immaginare che lo scontro arrivi al punto di compromettere la maggioranza. In più i sindacati che in questi mesi hanno avuto rapporti molto burrascosi con la ministra e che sui concorsi hanno fatto la loro prima battaglia al suo arrivo a viale Trastevere, da due giorni hanno ottenuto di sedersi ad un tavolo permanente al ministero per gestire la ripartenza di settembre e nelle prossime settimane la Maturità, un risultato per loro insperato solo qualche settimana fa quando della decisione di passare alla didattica online lo hanno letto dai giornali.