Scuola, manifestazioni in 16 città. Azzolina: necessario tornare tra i banchi a settembre

da Il Sole 24 Ore

di Nicola Barone

Il commissario per l’emergenza Arcuri: gesto di civismo far svolgere le lezioni in sicurezza. Sul concorso per i precari maggioranza ancora senza accordo

Da Roma a Firenze, da Milano a Bologna, da Genova a Napoli insegnanti, studenti, genitori, educatrici sono scesi in piazza per chiedere l’«apertura delle scuole in presenza e in continuità da settembre». Le manifestazioni sono state organizzate in 16 città italiane dal comitato «Priorità alla scuola». In oltre 350 hanno manifestato a Roma, 2.000 persone a Milano distribuite di fronte a cento scuole, 500 a Napoli, 1.200 a Firenze, 400 a Bologna e 200 a Faenza, spiegano dal Comitato. «L’istruzione è un diritto fondamentale sancito dalla Costituzione italiana, la scuola deve riaprire in sicurezza dando priorità alla didattica in presenza – sottolinea il comitato – A settembre, a ben sei mesi dalla chiusura, non si potrà più parlare di emergenza. La “didattica a distanza” è la didattica dell’emergenza, non è possibile proporla come soluzione per il nuovo anno scolastico 20/21».

«Ritrovata socialità nel rispetto delle regole»
«È andata molto bene, c’è stata grande partecipazione – spiega la referente romana del Comitato Cristina Tagliabue al termine della manifestazione a Trastevere, vicino al Miur – genitori, insegnanti, bambini, associazioni e sindacati sono scesi in piazza uniti per chiedere che da settembre si torni in classe. Abbiamo cercato di mantenere le distanze, disinfettato il megafono tra un intervento e l’altro. È stato un momento gioioso e di festa per i bambini che hanno ritrovato dopo tanto la loro socialità, pur rispettando le regole».

Azzolina: necessario tornare a scuola a settembre
«Condivido la necessità di quanti chiedono di tornare tra i banchi a settembre. È una priorità per il governo. Come già detto più volte siamo al lavoro insieme al Cts per la ripresa delle lezioni in presenza e in sicurezza a settembre», scrive su Twitter la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina. «Sono contento che la prima manifestazione civile e politica dopo la fine del lockdown sia per dare “Priorità alla Scuola” – commenta su Facebook il sottosegretario all’istruzione Peppe De Cristofaro – . Una manifestazione che vede insieme studenti, famiglie e docenti oggi pomeriggio in decine di piazze italiane, anche se giustamente distanziati e protetti, e che spero apra quel dibattito pubblico in Italia necessario per ridare centralità all’istruzione e alla formazione delle giovani generazioni nel sistema Paese».

Mascherine alle scuole dal 17 giugno
L’incubo della carenza di mascherine sembra alle spalle, per questo il commissario per l’emergenza è al lavoro per gli approvvigionamenti a professori e studenti nelle scuole. A partire dagli esami di giugno, per poi proseguire con l’inizio del prossimo anno scolastico a settembre, dove sembra ormai certo che i ragazzi le indosseranno durante le lezioni. La collaborazione tra Arcuri e il Miur riguarda alunni, personale docente e non docente già alle prese con la maturità dal 17 del prossimo mese. Gli esami «devono essere fatti assolutamente in sicurezza» e «stiamo cominciando a studiare come approcciare la ripresa dell’anno scolastico. Abbiamo qualche mese di tempo e certamente è un argomento sensibile. Penso sia un gesto di civismo definitivo quello di far svolgere le lezioni in sicurezza», chiarisce il commissario spiegando che le modalità sulla distribuzione ai vari istituti non sono ancora stabilite. Un tema nel quale saranno coinvolti anche i provveditorati e gli uffici scolastici regionali.

Muro contro muro su precari, mediazione di Conte
Intanto proprio sulla scuola è in corso un nuovo braccio di ferro all’interno della maggioranza. Dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte si attende una mediazione in vista del vertice (forse già domani) che il capo del governo vuole sia risolutivo. È in buona sostanza sul concorso straordinario per i nuovi insegnanti che le parti restano distanti. La linea del M5S è definita come «ferma», quella del Pd è chiaramente fotografata dagli emendamenti presentati al decreti. «Per noi bisogna valorizzare immediatamente il patrimonio di conoscenze dei precari ed inserire il primo settembre 40.000 insegnanti, non rinunciando al merito ed alla selezione con una prova vera a fine anno scolastico», osserva il capogruppo dei senatori dem Andrea Marcucci tornando a bocciare il quiz a crocette che vuole il Movimento e aspettando una soluzione giusta dal premier. Sulla linea del Pd anche LeU e Italia con una sponda anche in Forza Italia. «Sarebbe meglio destinare tempo all’organizzazione del nuovo anno scolastico in totale sicurezza, si riconosca il giusto merito a questi docenti rimasti troppo a lungo precari», sottolinea la vicecapogruppo azzurra al Senato Licia Ronzulli.