I precari assunti a termine c’è l’intesa, slitta il concorso

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da la Repubblica

Tommaso Ciriaco

Notte di battaglia nella maggioranza sui precari della scuola. E accordo, alla fine, attorno alla mediazione proposta da Giuseppe Conte. Gli insegnanti saranno assunti da settembre a tempo determinato per un anno in base alle graduatorie provinciali, quindi per titoli e anzianità di servizio. Poi, «entro l’autunno», si terrà il mega concorso nazionale, selettivo e senza crocette, per la stabilizzazione vera e propria. Sempre ammesso che l’emergenza Covid lo consenta.

Ore 23, Palazzo Chigi. Conte chiama a raccolta la maggioranza, che da settimane si fa la guerra per decidere come assumere i nuovi docenti. Senza un’intesa, i giallorossi rischiano di andare sotto al Senato sul decreto scuola. C’è Lucia Azzolina, mai così isolata. E ci sono i capidelegazione di maggioranza e i capigruppo del Senato. Il premier deve scegliere da che parte stare. E sceglie di bruciare soprattutto le speranze della ministra dell’Istruzione.

Quando arriva al vertice, la 5S sa già di essere destinata alla sconfitta. Il premier le ha anticipato al telefono che sconfesserà la sostanza del suo piano. «Non possiamo spaccarci sulla scuola, ci giochiamo tutti la faccia ». Alla ministra si oppongono Pd, Leu e anche Italia Viva, che per bocca di Davide Faraone chiede un «concorso serio», senza crocette. La posizione di Azzolina non convince neanche le organizzazioni sindacali, anche se per altre ragioni.

Lo scontro è duro. La responsabile dell’Istruzione vuole far svolgere a ogni costo il mega concorso in piena estate, dal 27 luglio al 3 agosto, nonostante l’emergenza coronavirus. Siccome i tempi sono stretti, propone un quiz con risposte a crocette. Il resto del governo si oppone: non piace la tempistica, né le crocette. Il sottosegretario Peppe De Cristofaro (Leu) e la collega Anna Ascani (Pd) chiedono di rimandare al 2021 il concorso per stabilizzare i 32 mila insegnanti. E ipotizzano un’assunzione-ponte di un anno. Di più: per piegare la ministra, Pd e Leu minacciano di mandare sotto il governo al Senato con un emendamento al decreto scuola a prima firma Verducci.

Conte deve evitare questo incidente. A tutti, nella notte, chiede «responsabilità ». Ha sempre difeso Azzolina, ormai invisa anche a buona parte del Movimento. Ma non può permettersi uno strappo con il mondo della scuola, né di frantumare la maggioranza. Per questo, suggerisce alla ministra di tornare sui suoi passi, assicurandole però un breve rinvio del concorso «a dopo l’estate ». Azzolina è attonita, sembra quasi voler mollare, poi fa marcia indietro. Il patto di maggioranza, intanto, verrà assorbito oggi stesso in un nuovo emendamento a Palazzo Madama. Resta da capire se sarà possibile tenere davvero la prova in autunno. Il concorso, comunque, si svolgerà con prove selettive e senza crocette, in modo da rispettare «la meritocrazia », aggiunge il premier.

La mossa di Conte si spiega soprattutto con la necessità di evitare un effetto boomerang. L’avvocato sa bene che Renzi pagò un prezzo salatissimo quando gli insegnanti gli voltarono le spalle. Senza dimenticare che da un paio di settimane tutti i report demoscopici planati a Palazzo Chigi indicano una priorità: la scuola, appunto. Gli italiani sono preoccupati, arrabbiati, angosciati in vista della ripresa dell’anno scolastico a settembre. Il premier, assai sensibile alle oscillazioni dell’indice di gradimento, ha già assorbito questa angoscia. Capisce che anche su questo terreno – e non solo su quello della ripresa economica – l’esecutivo sarà giudicato nei prossimi mesi. «Sulla scuola – confida nella notte – ci giochiamo il rapporto con il Paese».