Sì al concorso straordinario con esame. Torna il giudizio elementari al posto dei voti

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da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

Dopo giorni di accordi presi e poi stracciati, è stata finalmente raggiunta l’intesa tra le forze di maggioranza sul concorso straordinario, che riguarda complessivamente 32 mila docenti che insegnano da almeno 3 anni nelle scuole italiane. Tutto questo mentre la ministra Azzolina è stata messa in queste ore sotto scorta dopo accuse e minacce violente e sessiste ricevute via social, proprio a causa del concorso per i precari.

Il nuovo accordo
Il nuovo accordo raggiunto oggi prevede che il concorso straordinario – che si farà dopo l’estate, presumibilmente in ottobre, al massimo a novembre -, non sia fatto più di test “a crocette” ma composto di una prova scritta con quesiti a risposta aperta. Chi parteciperà potrà svolgere la prova anche in un posto diverso rispetto a dove concorre. La prova deve essere superata con un punteggio minimo di sette decimi ed è distinta per classi di concorso e tipologia di posto.

Per i posti comuni il concorso mira alla valutazione delle conoscenze e delle competenze disciplinari e didattico metodologiche nonchè alla comprensione di un testo in lingua inglese.

Per i posti di sostegno, si punta alle metodologie didattiche da applicarsi alle diverse tipologie di disabilità, nonchè alla capacità di comprensione del testo in lingua inglese.

Intanto il ministero dell’Istruzione ha sospeso la presentazione delle domande di partecipazione che doveva avvenire da domani.

Valutazione, alle elementari torna il giudizio

E un emendamento presentato dai senatori Pd Verducci e Iori ha previsto, dal prossimo anno, che alle scuole elementari ritorni il giudizio e la valutazione non sia più espressa con voti numerici. «I bambini non possono essere considerati dei numeri, il giudizio valuta in maniera complessiva, come un voto non può fare», commenta Iori. La nuova riformulazione raggiunta ieri ha visto l’accordo di M5S Pd e Leu. E’ rimasto fermamente contrario il senatore Pd Francesco Verducci, i cui emendamenti – grazie al voto anche di alcuni esponenti delle opposizioni, innanzitutto della Lega, guidata in commissione dal presidente Mario Pittoni – non sono passati per solo voto.

Apertura graduatorie provinciali
Particolarmente soddisfatti i Cinque stelle, che hanno ottenuto anche l’apertura delle graduatorie provinciali: gli iscritti potranno indicare, per la costituzione delle graduatorie di istituto, fino a 20 scuole di provincia in cui hanno presentato domanda di inserimento per ciascuno dei posti o classi di concorso cui abbiano titolo.

Un piano per l’edilizia scolastica
Soddisfatto anche il senatore di Italia Viva Davide Faraone che parla di «piano shock» per l’edilizia scolastica grazie ad un suo emendamento inserito nel decreto scuola che sarà votato in Senato domani.

No dei sindacati che si mobilitano
Molto critici i sindacati, che minacciano nuove forme di mobilitazione, e che fanno notare che al rientro a scuola, a settembre, si avrà una valanga di supplenti, almeno 200 mila.

Oggi sul Dl è previsto il voto di fiducia in Senato, poi si passa all’esame alla Camera; il testo deve essere definitivamente licenziato entro il 7 giugno.

Intanto ieri il presidente della Federazione italiana medici pediatri, Paolo Biasci, ha presentato ai ministri della Salute, Roberto Speranza, e dell’Istruzione, Lucia Azzolina un documento in cui sono illustrate le “regole” per evitare nuovi lockdown e per tornare in classe in sicurezza: orari scaglionati di ingresso e di uscita, misurazione della temperatura corporea tramite termoscanner, favorire i piccoli gruppi per gli asili nido e le materne, mascherina opportuna per i bambini più grandi e per il personale scolastico solo quando non sia possibile rispettare il distanziamento sociale di almeno un metro.