Scuola , c’è l’intesa sul concorso Ma si dovrà attendere l’autunno

da La Stampa

FLAVIA AMABILE
ROMA
Si attende per oggi il voto di fiducia sul decreto scuola con due giorni di ritardo rispetto a una tabella di marcia già rallentata dalle divisioni presenti all’interno della maggioranza e da una serie di annunci entusiasti seguiti da rapide marce indietro. Alla fine l’accordo era necessario e quindi Pd e Leu hanno trovato una formula di intesa con i Cinque Stelle per realizzare un concorso straordinario e assumere 32 mila docenti che insegnano da almeno 3 anni nelle scuole italiane.
Ma l’accordo si basa su un equilibrio molto precario e su un Pd diviso: il senatore Francesco Verducci ha confermato la propria opposizione e i suoi emendamenti non sono stati approvati solo per un voto. Verducci , a differenza del resto del Pd, non voterà a favore in Senato oggi perché dal suo punto di vista l’accordo rappresenta «un passo indietro nella stabilizzazione dei precari». Poco convinti anche i sindacati che hanno proclamato lo stato di agitazione e poco convinti molti precari. Alcuni sono andati molto oltre nelle critiche, hanno rivolto pesanti accuse e minacce alla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina che ora è sotto scorta.
Il concorso straordinario si farà dopo l’estate, presumibilmente in ottobre, al massimo a novembre. Non si baserà su test a crocette, ma si tratterà di una prova scritta con quesiti a risposta aperta. Chi parteciperà potrà svolgere la prova anche in un posto diverso rispetto a dove concorre. La prova deve essere superata con un punteggio minimo di sette decimi ed è distinta per classi di concorso e tipologia di posto. Per i posti comuni il concorso mira alla valutazione delle conoscenze e delle competenze disciplinari e didattico metodologiche oltre alla comprensione di un testo in lingua inglese. Per i posti di sostegno, saranno valutate le metodologie didattiche da applicarsi alle diverse tipologie di disabilità, nonché la capacità di comprensione del testo in lingua inglese. Intanto il ministero dell’Istruzione ha sospeso la presentazione delle domande di partecipazione che doveva avvenire da oggi. E un emendamento presentato dai senatori Pd Verducci e Iori ha previsto, dal prossimo anno, che alle scuole elementari ritorni il giudizio e la valutazione non sia più espressa con voti numerici.
Soddisfatto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, e molto soddisfatti i Cinque stelle, che hanno ottenuto anche l’apertura delle graduatorie provinciali: gli iscritti potranno indicare, per la costituzione delle graduatorie di istituto, fino a 20 scuole di provincia in cui hanno presentato domanda di inserimento per ciascuno dei posti o classi di concorso cui abbiano titolo.
Poche le voci del Pd, contento invece il senatore di Italia Viva Davide Faraone che parla di «piano choc» per l’edilizia scolastica grazie a un suo emendamento.