Concorso 2016, docenti non abilitati prima assunti e poi licenziati. Sit-in 1° giugno

da Orizzontescuola

di redazione

L’appuntamento è per per domani, 1 giugno, alle 10,30, in piazza del Plebiscito a Napoli. Docenti manifestano per richiedere il loro posto di lavoro.

I docenti del capoluogo campano si ritroveranno a manifestare per richiedere il loro posto di lavoro. Promettono che a questa iniziativa ne seguiranno altre. Nel pieno rispetto delle regole che vietano gli assembramenti, gli insegnanti indosseranno mascherine e manterranno le distanze di sicurezza durante il sit-in organizzato davanti alla Prefettura.

Nonostante da tempo non si facessero più sentire, i docenti licenziati a seguito della sentenza del Consiglio di Stato tornano a far valere le loro ragioni.

“Il Miur ha licenziato i docenti assunti a tempo indeterminato e depennato dalle graduatorie a esaurimento gli idonei in attesa di immissione in ruolo per il prossimo anno scolastico – è la spiegazione fornita dal Comitato che ha riunito i professionisti licenziati – senza contare che molti hanno dovuto rinunciare a una precedente occupazione con contratto a tempo indeterminato per realizzare il sogno di entrare nel mondo della scuola”.

Si tratta dei docenti laureati che privi del titolo abilitativo non hanno potuto partecipare al concorso del 2016 dedicato ai soli abilitati. Alcuni fecero ricorso e furono ammessi al concorso anche vincendolo in alcuni casi.

“C’è da dire che – si leggi sul Mattino di Napoli – l’ammissione in via precauzionale degli insegnanti al concorso, fu avvalorata da un dato di fatto, ovvero, dal 2017 non si erano tenuti corsi abilitanti, rafforzando così la tesi dei ricorrenti. Ad oggi, i vincitori immessi in ruolo nel 2019 e inseriti a pieno titolo nelle graduatorie di merito, hanno dovuto abbandonare i loro alunni perché la loro situazione si è ribaltata. Il Miur ha impugnato la sentenza del Tar che aveva fatto accedere i docenti non abilitati alla prova concorsuale e un parere negativo è stato espresso anche dal Consiglio di Stato, per cui i docenti sono tornati a casa ritrovandosi improvvisamente senza lavoro”.