Precari, pietra dello scontro

da ItaliaOggi

Marco Nobilio

È scontro aperto tra Cgil, Cisl, Uil, Snals, Gilda-Unams e ministero dell’istruzione. Il nodo sostanziale è il mancato accoglimento, da parte del governo, delle richieste riguardanti l’istituzione di un concorso per soli titoli. E cioè di una selezione senza esami volta a consentire ai docenti precari con 3 anni di servizio di ottenere l’assunzione a tempo indeterminato già dal prossimo 1° settembre. Il braccio di ferro continua, tant’è che il motivo principale dello sciopero indetto per il prossimo 8 giugno è proprio questo. L’amministrazione, peraltro, ha sospeso i termini per la presentazione delle domande di partecipazione. E questa cosa era stata interpretata come un segno di apertura. Ma tutto è rimasto come prima. Le richieste dei sindacati, peraltro, erano state sostanzialmente accolte dal governo Conte 1. Idem nella fase del Conte 2, in cui la poltrona di viale Trastevere era coperta da Lorenzo Fioramonti. Con il cambio della guardia, però, la situazione è mutata e l’attuale ministra dell’istruzione, Lucia Azzolina, ha rispedito le richieste al mittente, insieme al gruppo del movimento 5 stelle al senato. Tant’è che il concorso riservato ai docenti precari con almeno 3 anni di servizio prevede, comunque, una prova scritta.

Nella prima stesura la disposizione sul concorso riservato prevedeva che la prova scritta sarebbe stata incentrata su test a risposta chiusa. Poi, però, è iniziato un lungo braccio di ferro all’interno della maggioranza di governo: il Movimento 5 stelle e Italia viva da una parte, contrari al concorso per soli titoli, e il Pd e Leu dall’altra, contrari all’ipotesi del concorso a crocette e incline a ritenere che sarebbe stato meglio prevedere l’accesso ai ruoli con una selezione per soli titoli, salvo una verifica orale al termine del primo anno di insegnamento. La proposta di Pd e Leu aveva preso forma con uno specifico emendamento presentato da Francesco Verducci, senatore del Pd. Le parti però non avevano raggiunto alcun accordo. E alla fine è dovuto intervenire il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, per moderare i toni di uno scontro che rischiava di far cadere il governo. Alla fine i vertici di Pd e Leu hanno firmato la pace con il M5S e Iv e il 28 maggio scorso hanno votato una piccola modifica in sede di conversione del decreto legge 22/2020 al senato. Che farà slittare il concorso al prossimo anno scolastico. Ma la prova scritta è rimasta, sebbene modificata: al posto dei test a risposta chiusa ci saranno dei quesiti a risposta aperta. Una scelta che, però, allungherà inevitabilmente i tempi di svolgimento del concorso. Tant’è che la maggioranza ha approvato alcune disposizioni che prevedono la retrodatazione giuridica delle immissioni in ruolo al 1° settembre 2020 e il raggiungimento della sede al 1° settembre 2021. Quanto alle nuove regole del concorso straordinario, anzitutto va ricordato che i termini per la presentazione delle domande di partecipazione, inizialmente previsti dal 28 maggio al 3 luglio, sono stati sospesi con un decreto ministeriale (639 del 27 maggio scorso).

Ufficialmente per dare tempo alle parti di mettersi d’accordo. Più probabilmente: per consentire all’amministrazione di riformulare il provvedimento ministeriale di indizione della selezione sulla base delle nuove disposizioni contenute nella legge di conversione del decreto-legge 22/2020. Che peraltro non ha ancora terminato il suo iter di approvazione. Il testo, infatti, è stato approvato solo al senato e, per diventare legge, necessita di un ulteriore passaggio alla camera, che dovrà approvarlo senza modifiche. In caso contrario, il testo tornerà al senato e così via fino a quando entrambi i rami del parlamento non approveranno lo stesso testo. Dunque, la partita è ancora aperta. Quanto alle novità in dettaglio, la prova scritta sarà superata solo dai candidati che prenderanno un punteggio non inferiore a 7/10. Si svolgerà con un sistema informatizzato secondo il programma di esame previsto dal bando e sarà distinta per classe di concorso e tipologia di posto. La prova si articolerà in quesiti a risposta aperta, che saranno incentrati, per i posti comuni, sulla valutazione delle conoscenze e delle competenze disciplinari e didattico-metodologiche e della capacità di comprensione del testo in lingua inglese. E per i posti di sostegno, sulle metodologie didattiche da applicarsi alle diverse tipologie di disabilità e saranno finalizzati a valutare le conoscenze dei contenuti e delle procedure volte all’inclusione scolastica degli alunni con disabilità, oltre che la capacità di comprensione del testo in lingua inglese. Per le classi di concorso di lingua inglese si svolgerà interamente in inglese e sarà composta da quesiti a risposta aperta rivolti alla valutazione delle relative conoscenze e competenze disciplinari e didattico-metodologiche.