Servono 80 mila docenti in più

da ItaliaOggi

Alessandra Ricciardi

L’organizzazione e la didattica della scuola italiana in regime di Covid-19 dovrà essere rivista con classi mini e più docenti. Così da garantire un ridotto rischio di contagio. Quanti docenti in più? Tra i 70 e gli 80 mila, da assumere in deroga per il prossimo anno scolastico. In particolare per la scuola dell’infanzia e primaria dove forme miste (didattica in presenza e on line) non funzionano. A chiederlo alla ministra dell’istruzione, Lucia Azzolina, è il comitato di tecnici presieduto da Patrizio Bianchi. La task force suggerisce una serie di soluzioni da adottare di intesa con le regioni, così da tenere conto anche delle diverse situazioni di partenza delle scuole (numero di alunni, mobilità, organizzazione) e le diverse evoluzioni epidemiologiche.

Un’intesa che potrebbe portare anche a derogare, è una delle ipotesi contemplate nel nutrito dossier presentato alla ministra, al calendario scolastico e al tetto dei 200 giorni minimi di lezione perché l’anno sia valido. Sulla stregua di quanto già previsto per l’as che si sta per concludere. A questo scopo, è però necessario adottare una o più norme di legge con le quali consentire, ai diversi Uffici scolastici regionali, a seguito di intese con le singole regioni e sulla base delle situazioni epidemiologiche certificate dalle stesse, l’adozione di misure di adattamento, anche con differenze tra province, del calendario scolastico, del monte ore complessivo da assolvere (fino a un meno 20%, e dunque 40 ore in meno), dell’orario scolastico e della durata delle lezioni, che potranno arrivare fino a 40 minuti, per una diversa articolazione e composizione di classi o sezioni.

La riduzione delle lezioni dovrebbe essere strumentale a consentire ingressi scaglionati e soprattutto a una turnazione dei docenti su più gruppi classe.

Quello che il comitato prospetta è un mix organizzativo e didattico, con lezioni in presenza e on line per superiori, ma essenzialmente in presenza per infanzia e primaria. A questo scopo il Comitato ritiene necessario che sia autorizzato l’incremento dei posti di personale docente in organico di fatto: tra il 10 e il 15% in più. L’incremento dovrà riguardare, in particolare, le sezioni di scuola dell’infanzia, le classi di scuola primaria e il primo biennio della secondaria di I grado, dove, alla luce dell’età degli alunni, si valuta educativamente necessario realizzare una didattica in presenza.

Altro nodo posto all’attenzione della ministra è relativo alla responsabilità del dirigente scolastico in caso di contagio a scuola: il preside è equiparato a un datore di lavoro e in caso di commissione di un errore nell’attuazione delle linee guida e dei protocolli ministeriali sulla sicurezza scatterebbero profili di responsabilità sia penalistici che civilistici.

La possibile responsabilità penale e civile, nel periodo di persistenza dello stato di emergenza, mina la necessaria serenità di presidi e amministrativi, dicono gli esperti. La soluzione che si propone è di considerare punibile, in sede di eventuale commissione di illeciti, esclusivamente il dolo e la colpa grave. Almeno fin quando durerà l’emergenza. Anche in questo caso è necessario un intervento normativo che, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, sarebbe già allo studio del ministero in questi giorni.

Capitolo didattica: dovrà essere semplificata, puntata sull’essenziale. E richiederà che per l’online ci sia un’adeguata formazione dei docenti, che dovrebbe avvenire in estate, così da recuperare i gap esistenti tra diverse scuole. Finita l’emergenza coronavirus, comunque non si tornerà alla scuola di prima. Avremo una scuola nuova, quella che prospetta la task force, per la quale servono docenti nuovi e una organizzazione più flessibile.