Ritorno a scuola: la mascherina ai bambini è davvero necessaria?

da Tuttoscuola

Quello che sta accadendo oggi nel governo della scuola italiana è abbastanza preoccupante: il 4 giugno si è svolto, a Palazzo Chigi, un incontro del Governo con sindacati e comitati tecnici per discutere le modalità di ripartenza della scuola a settembre.

Unico documento tecnico discusso a questo tavolo è stato quello prodotto il 28 maggio dalla Protezione Civile su tale argomento.

Tale documento è firmato da 20 medici, consulenti della Protezione Civile, diretti da Silvio Brusaferro.

L’unica certezza uscita da questo incontro sono state le mascherine obbligatorie per tutti gli studenti dai 6 anni in poi e per il personale della scuola.

Le altre iniziative paventate, ma condizionate dall’evoluzione della pandemia, sono: barriere in plexiglass, visiere, entrate e uscite scaglionate, ritorno alla DAD.

Le decisioni su questo tema che riguarda un milione di lavoratori,  8 milioni di studenti e 16 milioni di genitori, sono state prese partendo da un documento tecnico di 24 pagine che ci aspetteremmo essere approfondito, circostanziato e comprovato da una cospicua bibliografia scientifica.

Purtroppo nessuna delle indicazioni che emergono nel documento viene supportata da evidenze scientifiche. Ad esempio la frase di pagina 18 “Gli alunni dovranno indossare per l’intera permanenza nei locali scolastici una mascherina chirurgica o di comunità di propria dotazione”, non viene preceduta da alcuna motivazione e non viene citata alcuna bibliografia di supporto. L’unica motivazione razionale che conduce a tale infelice conclusione viene riportata a pag. 11 e 12, dove si mostra la tabella 9 dal titolo: “Alcuni esempi di misure organizzative e di prevenzione adottate nelle scuole in Europa”. Appare subito strano che tale tabella riporti solo esempi e non l’intera situazione in Europa. Vengono infatti riportate le scelte di solo 7 Stati su 28. Ma leggendo con attenzione la tabella osserviamo la seguente situazione sugli obblighi di mascherina:

Nazione Primaria Secondaria
Belgio NO SI
Francia NO NO (SI, per classi affollate)
Svizzera NO NO
Germania SI (per alcuni Land) SI (per alcuni Land)
Olanda NO SI
Regno Unito NO NO
Spagna NO (SI, per classi affollate) NO (SI, per classi affollate)

Riassumendo, appare chiaro che la decisione sull’uso di mascherine per i bambini non si evince assolutamente da queste righe: in tutta Europa solo la Germania ha fatto tale scelta e non in tutti i Land. Per la secondaria, invece, notiamo una notevole diversità di vedute e molti distinguo.

Osserviamo anche che tale scelta comporta una spesa di circa 100€/anno a persona, che, moltiplicata per quasi 10 milioni di soggetti, raggiunge quasi il miliardo/anno.

Ma la cosa più difficile da digerire, in questa vicenda, è la mancanza assoluta di scientificità di tale decisione: la bibliografia a supporto, riportata al termine del lavoro della Protezione Civile, è di appena 8 documenti dei quali solo 3 contengono il link alla fonte.

Tra questi 8 lavori in bibliografia, non è reperibile neppure una pubblicazione di riviste scientifiche, non c’è scritto nulla riguardante l’uso delle mascherine e vengono solo riportati dati generali di INAIL, ISTAT e UNESCO datati aprile 2020 e riguardanti rilevazioni antecedenti a marzo 2020.

Ad esempio non è stato preso in considerazione un recente articolo pubblicato il 13 maggio 2020 sul Respiratory Medicine Journal dal titolo: “A study on infectivity of asymptomatic SARS-CoV-2 carriers”. In tale lavoro, vengono effettuati tamponi a 445 soggetti che sono venuti in contatto con  un paziente Covid19-positivo asintomatico. Nessun dei 445 soggetti ha contratto la malattia.

Siamo in attesa di ulteriori conferme scientifiche sulla non contagiosità degli asintomatici, anche perché non abbiamo nel mondo nessuna pubblicazione che tenti di dimostrare il contrario. Tuttavia non credo che sia oggi corretto fondare sul nulla una decisione che costa un miliardo di euro, può essere dannosa all’apparato respiratorio dei bambini, crea un danno psicologico non quantificabile ed è adottata in Europa solo in alcuni Land della Germania.

Potrebbe semmai essere presa in considerazione l’ipotesi di non usare mascherine ma di controllare la temperatura all’ingresso a scuola. Questa semplice e velocissima operazione non invasiva potrebbe essere compiuta in classe insieme all’appello. Potrebbe evitare il contagio di tutte le malattie infettive virali e batteriche che per i bambini sono molto più pericolose del Covid-19. Pensiamo ad esempio al morbillo, all’epatite o alla meningite. A scuola, di norma ci si accorge di un bambino con la febbre dopo molte ore, quando spesso il piccolo ha già provveduto a contagiare numerosi compagni. Invece per il Covid-19, se si confermerà la non contagiosità degli asintomatici, il pericolo senza mascherina potrebbe essere prossimo allo zero.

Chiediamo quindi con energia al Governo ed alla Ministra Azzolina di nominare una nuova commissione tecnica più attenta ai recenti risultati della ricerca e di prendere decisioni basate su evidenze scientifiche documentate.

*Presidente Associazione Flipnet