Plexiglass e visiere Le ipotesi di Azzolina per il rientro in classe

da Corriere della sera

Valentina Santarpia

Roma Visiere invece della mascherine, anche per andare incontro alla socialità e alle esigenze di studenti con difficoltà respiratorie e ipoacusici, e divisori in plexiglass tra i banchi per garantire maggiore sicurezza. Sono le ipotesi che la ministra Lucia Azzolina ha presentato ieri sera nel corso della riunione coi sindacati e con il premier Giuseppe Conte sul rientro degli studenti a scuola a settembre.

«L’obiettivo è portare tutti a scuola in presenza. Con particolare attenzione ai più piccoli, che hanno sofferto maggiormente in questo periodo», ha detto la ministra in apertura dell’incontro. Ma come? Il documento che gli esperti del Comitato tecnico-scientifico hanno presentato «potrebbe essere rivisto nelle prossime settimane, laddove i contagi fossero minori: quindi nulla ci vieta di pensare che a settembre si possa tornare nelle aule come ci siamo sempre stati», spiega Azzolina. Ma bisogna «prepararsi a vari scenari».

Di qui la necessità di fornire, da parte degli enti locali, una ricognizione degli spazi e la necessità di intervenire laddove necessario. «Abbiamo diversi tipi di aule e di istituti, la situazione è diversa in tutto il Paese e non dappertutto c’è la possibilità di tenere gli studenti a un metro di distanza», spiega ancora la ministra.

Ecco perché si potrebbe pensare di «compartimentare i banchi» attraverso pannelli di plexiglass per garantire da una parte la sicurezza «che ci sta a cuore» e dall’altra di intervenire con lavori non difficili da realizzare. In questa direzione potrebbero essere utilizzati i 33o milioni di euro da dare agli enti locali entro fine giugno per la cosiddetta edilizia scolastica leggera, e gli 850 milioni per le scuole secondarie di II grado.

La norma adottata nel decreto Scuola, che ieri ha incassato la fiducia, favorirà i lavori perché darà quei poteri ai sindaci per intervenire in maniera immediata. Questo aspetto non esclude che l’orario scolastico potrebbe essere modificato: «Se si deve fare anche il sabato lezione, potranno decidere di farlo se necessario», precisa Azzolina. E resta in piedi anche l’idea di usare gli spazi all’aperto: «Portare gli studenti fuori dalla scuola, fargli fare lezione in altri locali mantenendo il distanziamento laddove sia necessario, che sia il museo, il cinema il teatro»: così «finalmente la scuola si apre al territorio, così come è scritto nelle leggi ma non è mai stato applicato», spiega ancora Azzolina. I

Gli enti locali

Anche sindaci e Regioni con Decaro e Bonaccini hanno sottolineato «molte criticità»

Per enti locali e sindacati, però, serve invece un piano più specifico. «Si faccia di tutto per tornare a scuola in presenza, ma c’è l’urgenza di avere delle linee guida specifiche. Il documento del Cts dà degli indirizzi che però vanno contestualizzati. Spetta al governo dare una strategia di rientro a scuola. Queste linee guida sono urgenti, le scuole non possono essere lasciate da sole e nemmeno le Regioni. Abbiamo poco tempo», dice il presidente della Conferenza delle regioni Stefano Bonaccini che chiede «certezza delle risorse» e garanzie sugli organici.

L’allarme è condiviso da Antonio Decaro (Anci), che elenca una serie di «necessità urgenti: sblocco dell’assunzione di personale, certezze su risorse per interventi rapidi di edilizia scolastica, riorganizzazione dei servizi di mensa e trasporto, un vero piano dei tempi che consenta di evitare gli spostamenti si concentrino nelle ore di punta».

Chiedono rassicurazioni sugli organici anche i sindacati. «Perché si possa riaprire in sicurezza servono più persone e più risorse», è la linea. E Maddalena Gissi (Cisl) conclude: «La protesta di lunedì prossimo è confermata, il governo deve sciogliere subito il nodo delle risorse per garantire a settembre la ripresa delle attività in presenza in tutte le scuole italiane».