Con il plexiglass nulla si sente

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Con il plexiglass nulla si sente

di Gabriele Boselli

Ottime le paratie in plexiglass per gli studenti che non vogliono essere disturbati mentre, in classe, i migliori tra loro pensano e affrontano le discipline in situazione di singolarità e i più sfortunati si trastullano con videogames. A settembre i meno studiosi non hanno più motivo di contendersi gli ultimi banchi. L’onda sonora che veicola le parole dei docenti viene bloccata sui tre lati e da soffitto e pavimento si riflettono solo indistinti suoni a bassa frequenza. Meno efficaci ma comunque buone per l’autoisolamento sonoro anche le visiere stile Odissea nello spazio.

Se in ogni classe non sarà stato installato un potente apparato di amplificazione o un sistema di cuffie Bluethoot (ma le cuffie di Stato potrebbero essere poi sostituite da quelle personali), i docenti potranno anche recitare le lettere dell‘alfabeto o la serie di numeri primi o della Kabbala e nessuno beatamente se ne accorgerà.

Sul conoscere nuovo

Se il docente non fa che ripetere il libro di testo e non dice nulla di proprio, non ri-crea il pensiero, non poter sentire può essere una bella occasione per pensare. Osservando una cascata d’acqua nelle alpi intorno a Berna, Hegelsi isolò dalla comitiva e gli venne a mente (1) il dettato eracliteo “tutto scorre”: nulla, mai, particolarmente nei momenti di accelerazione della storia, rimane qual era. E le crisi, come le guerre e le epidemie, son grandi acceleratrici della storia e forgiatrici di pensiero nuovo. In una cascata il mutamento è continuo ma al di la delle forme in varia misura cangianti ogni cascata riceve dal pensare del soggetto una sua identità. Con le dovute proporzioni, il silenzio da plexiglass può valere quanto la cascata bernese.

Il silenziamento dei tromboni

Contrariamente a quel che viene propagandato dai media e dalla letteratura professionale più succube, ritengo che i veri Maestri di scuola, da quella dell’infanzia all’università, insegnino a pensare nel modo cui il resto della società perverrà molti anni dopo. Questo specialmente nelle emergenze e nelle situazioni critiche. Quando tutto è tranquillo le star della scienza economica sono bravissime ad affrontare la crisi del 1929, i generali a vincere la II guerra mondiale senza molti milioni di morti, i giudici a uscire dall’Inquisizione, i politici a indicare le migliori vie d’uscita dalle tensioni sociali degli anni ’70. E gli alti papaveri della sanità ad affrontare l’epidemia di spagnola. Come se il presente e il futuro fossero una continua iterazione del passato, non possono riconoscere il novum che nasce e trasforma il mondo e le scienze che faticosamente emergono. E’ la presenza/distanza tra la singolarità del soggetto e la scienza costituita a produrre Novum (2).

L’imbuto delle competenze

La vistosa preside di nuova nominache occupa oggi la cattedra che fu di personaggi come Gentile, Valitutti, Spadolini (ma anche, per opposti versi, Gelmini, inventrice del tunnel Ginevra-Gran Sasso, Fioroni e la grande italianista Fedeli) ha ideato un originale metodo per riempire gli imbuti. La tecnologia è ricoperta da brevetto ma probabilmente si tratta di un tappo messo nel buco da cui il liquido dovrebbe fluire, come l’addestramento alle competenze fermerebbe la pura, indifferenziata, innovativa capacità di conoscere. Con l’insonorizzazione da plexiglass, anche i bravi studenti dei pur rari insegnanti mediocri saranno agevolati nel pensare.


(1) G. W. F. Hegel, Viaggio nelle Alpi bernesi, Ibis, Como-Pavia, 1990, pagg. 54-57

(2) G. Boselli, Inibizioni del Novum, n.56 / 2020 di Encyclopaideia, UNIBO