Tre miliardi e centomila docenti per tornare in classe a settembre

da la Repubblica

Ilaria Venturi

Almeno tre miliardi alla scuola per assumere tra gli 80 e i 120mila docenti e 28mila bidelli in più. Solo per partire, e non sarebbe abbastanza. Ma è l’investimento minimo nel personale, il conteggio che per ora non è entrato nella discussione sulla ripartenza. Si tratta di supplenti che saranno necessari alla ripresa in emergenza a garantire il distanziamento e dunque l’insegnamento a piccoli gruppi, senza tagliare tempi pieni e ore di didattica. Girano diverse simulazioni in questi giorni, una delle ipotesi avanzate è della stessa task force guidata da Patrizio Bianchi. L’economista domani sarà in commissione Cultura alla Camera a presentare il Rapporto intermedio degli esperti dove si ipotizza un aumento del personale tra il 10-15%.

Nel dossier non si fa cenno alle risorse, ma già Bianchi aveva stimato una cifra per difetto di tre miliardi per cinque anni. Da aggiungere a quello che c’è ora: 1,5 miliardi nel decreto Rilancio, in cui rientrano 331 milioni già stanziati — in media 40mila euro a istituto — e altrettanti promessi a giugno per il “mattone leggero”: dalla porta in più per garantire più ingressi e vie d’uscita alla parete in cartogesso da alzare per ricavare spazi. Risorse considerate insufficienti e che non riguardano il personale.

A fare i conti sono i sindacati, oggi in sciopero con l’appoggio dei genitori del comitato Priorità alla scuola. Si apre, dunque, una settimana calda dopo l’approvazione del Dl Scuola. Un decreto attaccato ieri dal presidente della Toscana Enrico Rossi, che richiama il centrosinistra a non accontentarsi di aggiustamenti: «Lascia delusi non solo perché arriva in ritardo, ma è sottofinanziato e non chiaro sulle scelte da fare». Scelte che influenzeranno gli investimenti. Il premier Conte confida nei soldi in arrivo dall’Europa, che dovranno essere anticipati. Non a caso nel videoincontro sulla ripresa aveva detto: «Sulle risorse abbiamo realizzato diverse cose, ma dobbiamo sempre tener conto del cerbero che si chiama ragioniere dello Stato ». La partita sugli organici cosiddetti “di fatto” — cattedre a tempo determinato — si aprirà a luglio e va giocata con il Mef. Nel frattempo arriveranno i dati sui pensionamenti, intorno ai 26mila insegnanti. E sebbene la ministra Azzolina escluda doppi turni e sdoppiamenti, come altrimenti restituire a 8 milioni di studenti la scuola sospesa dalla pandemia? La Cisl ha simulato costi e nuovi supplenti necessari alla ripartenza per materna e primaria ipotizzando un incremento delle classi del 50% per garantire gruppi da 10-12 bambini. All’infanzia il rapporto attuale è di oltre 21 piccoli per sezione: «Volendo ipotizzare una soluzione limitata rispetto ad altre esperienze in Europa, dove si arriva a 6 alunni per docente, è necessario prevedere uno spacchettamento delle sezioni per garantire il distanziamento » e oltre 40mila maestri per una spesa mensile di 94 milioni, un miliardo per supplenze fino a giugno 2021. Adottando lo stesso ragionamento alla primaria (dove il rapporto medio è 19 alunni per classe) si stima il fabbisogno di 71mila docenti al costo di 167 milioni al mese, totale: 1,8 miliardi. Altro fronte, i collaboratori scolastici: calcolandone uno in più per plesso, servirà stipulare 28.182 nuovi contratti, che per dieci mesi costeranno 590 milioni. E già così siamo a 3,3 miliardi che con un calcolo brutale potrebbero raddoppiare per garantire sdoppiamenti alle medie e superiori. Ma per i più grandi si ipotizzano lezioni da 40 minuti, operazione che porterebbe alle superiori al recupero per ogni insegnante di 7 “unità orarie” a settimana. Il comitato Bianchi indica poi la strada del terzo settore e degli educatori. Altra simulazione è quella della Flc-Cgil, che fa il conto sui 4 metri quadrati per alunno. Occorrono 33.039 nuove sezioni dell’infanzia e 89.580 alla primaria. Risultato: 160mila nuovi docenti per 4,5 miliardi da settembre a giugno. Per assicurare le 30 ore settimanali in 59.726 nuove classi delle medie e 89.292 delle superiori occorrono circa 245mila professori, con un costo pari a 7 miliardi per 10 mesi.

«Tutto dipende dagli spazi che avremo per garantire il distanziamento, con quelli attuali serviranno 150mila insegnanti in più per gestire la situazione», osserva Rino Di Meglio della Gilda. Per la rivista “Tuttoscuola”, per sdoppiare tutte le classi, dalla materna alle medie, ci vorrebbero 206mila nuovi insegnanti. Il conto? 5,5 miliardi. Tutto si gioca sui luoghi da moltiplicare per fare lezione in presenza e in sicurezza. E dunque sulle cattedre. Ma anche su un’idea di scuola che deve ripartire, risorse permettendo.