Riapertura scuole a settembre 2020: le ipotesi sulla data del primo giorno

da Corriere della sera

Gianna Fregonara

Non si sa come sarà la scuola a settembre, ma almeno quando cominceranno le lezioni? Neppure su questo dettaglio della ripresa per ora c’è certezza. La determinazione del calendario scolastico spetta alle regioni, che di solito preparano piani triennali con tutte le date di apertura, chiusura, vacanze e ponti vari. Ma quest’anno la ministra Lucia Azzolina aveva proposto di riprendere le attività già dal primo settembre con lezioni di recupero di quanto inevitabilmente perso durante i mesi della didattica a distanza.

La prima ipotesi

Idea che all’inizio sembrava tranquillizzare famiglie e insegnanti ma che ha trovato subito il no delle regioni, che vorrebbero mantenere le date già previste. Con décalage di uno o due giorni tra regione e regione di solito la scuola inizia tra il 10 e il 15 di settembre. Tra le ragioni addotte dagli assessori regionali, nell’incontro con la ministra, c’era anche quella di non deprimere ulteriormente il turismo riducendo la stagione: se i nove milioni di studenti e le loro famiglie avessero dovuto tornare entro il 31 agosto si sarebbero persi quindici giorni di vacanze, per giunta a fine stagione quando magari le condizioni di sicurezza avrebbero permesso di muoversi un po’ di più. Tant’è, la decisione è stata rinviata. E al ministero si pensa che le prime due o addirittura tre settimane di settembre potrebbero essere dedicate dalle singole scuole alle attività per gli studenti che sono stati promossi con il debito o con carenze in alcune materie, ma le lezioni vere e proprie dovrebbero poter cominciare intorno al 15 o addirittura la settimana dopo.

Il rischio di un nuovo rinvio

Già perché ora c’è anche il nodo delle elezioni amministrative (e forse del referendum). Se sarà confermata l’ipotesi di tenerle il 20 settembre, è possibile, anzi altamente probabile, che le scuole riaprano per gli studenti non prima del 23. A sollevare il caso, anche per motivi politici, sono stati i governatori del Veneto Luca Zaia e della Liguria Giovanni Toti nei giorni scorsi. Ma nella sostanza hanno posto un problema vero per le scuole: con le regole di distanziamento e pulizia previste come prevenzione a causa del virus, è possibile che le scuole debbano chiudere non il venerdì pomeriggio come succede ora e riaprire il martedì successivo, ma che addirittura le lezioni debbano cessare il mercoledì o giovedì prima del voto per riprendere non prima di mercoledì. Col paradosso di riaprire le scuole dopo sei mesi il 15 settembre per richiuderle tre giorni dopo.