Le Regioni sulle regole: banchi più vicini e niente mascherine

da Corriere della sera

Gianna Fregonara

Un aiuto insperato al governo italiano e alla ministra Lucia Azzolina potrebbe arrivare dalla sperimentazione che il ministro dell’Education Nationale Jean-Michel Blanquer ha annunciato ieri. Per gli ultimi giorni di scuola in Francia cade il tabù del metro di distanza tra studenti: è consigliato, ma se le scuole non hanno spazi sufficienti potranno ridurre la distanza tra i banchi e far indossare la mascherina agli studenti. L’annuncio di quello che a Viale Trastevere considerano una specie di «alleato» di fatto — le due strutture si confrontano periodicamente dall’inizio della pandemia — arriva proprio nel giorno in cui il governatore del Veneto Luca Zaia divulga la proposta di linee guida per la riapertura elaborate assieme alla conferenza delle Regioni e inviate martedì a Azzolina. Una fuga in avanti come il governatore ne ha già fatte altre, in assenza di regole nazionali, alla vigilia della riunione con il ministero dell’Istruzione per decidere almeno quando si comincia: l’opzione resta il 14 settembre, che tra l’altro è anche la data in cui inizierebbero gli esami di maturità per i 17 mila privatisti. Le linee guida proposte da Zaia, fatte proprie anche dal presidente dell’Emilia-Romagna Bonaccini, prevedono che gli studenti non debbano portare la mascherina in classe, ma solo se si muovono negli spazi comuni. «Del resto già nei ristoranti fanno così», chiosa la sua assessora all’Istruzione Elena Donazzan. I governatori propongono di misurare la febbre all’ingresso: secondo gli esperti del ministero della Salute invece sarebbe meglio di no per non creare assembramenti. E infine anche le linee guida delle Regioni ricalcano le prescrizioni francesi, proponendo di ridurre un po’ la distanza tra i banchi: basterebbe garantire 2 metri quadrati (e non 4) per ogni studente. Resterebbe la distanza di 2 metri lineari con l’insegnante. A questo scenario di distanziamento ridotto starebbero pensando anche i tecnici di Viale Trastevere: la soluzione ideale sarebbe quella di rendere alternativi uso di mascherina e distanziamento, ma si aspetta il pronunciamento del Cts per decidere. Le linee guida dovrebbero prevedere tre scenari: quello della normalità con qualche regola di pulizia e sicurezza; uno scenario intermedio con distanziamento, riduzione dell’orario, divisione delle classi e turni, se aumentano i casi di contagio: è molto complicato da realizzare e demandato ai presidi, che devono disporre il piano per la loro scuola. E infine lo scenario da lockdown con didattica a distanza non più improvvisata, ma gestita con indicazioni nazionali. Se confermato, questo approccio scommette di fatto sul ritorno alla normalità. Speriamo che non sia un azzardo.