La DAD secondo Recalcati

La DAD secondo Recalcati

di Maurizio Tiriticco

Un articolo inutile e non corretto quello di Massimo Recalcati su “la Repubblica” di oggi. L’autore afferma che la relazione è “la condizione di ogni didattica”: da ciò deduce che “non esiste didattica a distanza”. Su tale questione ho scritto tanto (si veda edscuola.it) ed ho ricordato che la DAD esiste da sempre, ed anche nella nostra scuola: i compiti a casa!!! A fronte dei quali si oppone la “didattica laboratoriale”, ovvero del “tutto in aula”, che molti insegnanti praticano e non da oggi. E liberano così genitori e figli dal flagello – in molti casi – dei compiti pomeridiani.

Recalcati afferma anche che occorre favorire l’interdisciplinarietà! Un vocabolo che, invece – come soleva ricordare Mario Alighiero Manacorda – è una vera e propria “volgarietà”. In effetti, chi se ne intende parla di interdisciplinarità, ed anche di pluridisciplinarità, multidisciplinarità, transdisciplinarità. Vocaboli che alludono ad attività di insegnamento/apprendimento diverse e non omologabili. E che sono note ai nostri migliori insegnanti. Ed ancora Recalcati insiste sulla necessità di “abolire definitivamente un uso solo sadicamente numerologico della valutazione ancora oggi tristemente diffusa anche nei licei più rinomati del nostro Paese”. E perché non anche nei meno rinomati – stando al suo pensiero – istituti tecnici e professionali?

Ma Recalcati non sa che, in materia di valutazione, le istituzioni scolastiche, in forza della loro autonomia, tra le competenze che sono loro riconosciute, “individuano inoltre le modalità e i criteri di valutazione degli alunni nel rispetto della normativa nazionale ed i criteri per la valutazione periodica dei risultati conseguiti dalle istituzioni scolastiche rispetto agli obiettivi prefissati”. Si veda il comma 4 dell’articolo 4 del dPR 275/99 relativo al “Regolamento recante norme in materia delle istituzioni scolastiche ai sensi dell’art. 21 della legge 15 marzo 1997, n. 59”. Ne consegue che l’esercizio della valutazione non è una clava che si abbatte su insegnanti ed alunni, ma una varabile di una serie di attività molto articolate e complesse. Su cui ho scritto tanto!

Ma dirò di più: che, per rendere più attivo, produttivo e appagante l’insegnare ad apprendere, sarebbe anche possibile realizzare in aula con una data classe d’età una vera e propria codocenza! Che dire, ad esempio, di un insegnante di storia, un altro di lettere, un altro di tedesco e/o di francese compresenti, quando con una classe di alunni si affronta il Romanticismo? Su questa materia si veda, ad esempio, “Dalla compresenza alla codocenza”, a cura di Cosimo Scaglioso, Maurizio Tiriticco e Mario Bracci, edito dalla Tipografia. Valdarnese, di S. Giovanni V.no (AR). Si indicano attività in forza delle quali la didattica laboratoriale è più che soddisfatta! Anche per soddisfare il principio del “tutto in aula”. Mah! A volte mi chiedo: perché molte persone parlano e scrivono su tutto e di tutto? Mi piace loro ricordare quel motto latino che recita: “Sutor! Ne ultra crepidam”!