Regioni ed enti locali insistono: più risorse e organici aumentati

da Il Sole 24 Ore

di Eu.B.

Che la fumata bianca sulla scuola sia vicina lo conferma l’impegno in prima persona del premier Giuseppe Conte. «Stiamo lavorando tutti i giorni per consentire di ritornare in sicurezza a scuola a settembre. Dateci ancora un po’ di tempo», queste le parole del premier intercettato dai microfoni di Alanews mentre parlava con alcuni cittadini a qualche centinaio di metri da Palazzo Chigi. E un altro segnale in tal senso è arrivato dai toni più concilianti dei governatori. A cominciare dal presidente della Conferenza delle regioni, Stefano Bonaccini (Emilia Romagna) che qualche ora dopo ha dichiarato: «Siamo ad un passo dalla condivisione delle linee guida per la riapertura delle scuole, un testo che già oggi grazie al contributo propositivo delle Regioni e alla collaborazione istituzionale con il ministero risulta nettamente migliorato rispetto alle prime bozze». Ricordando però che su trasporti, personale e risorse le amministrazioni regionali si aspettano uno sforzo in più.

Più nel dettaglio, per Bonaccini, occorrono innanzitutto «risorse aggiuntive finalizzate alla riapertura delle scuole». Oltre a «uno stanziamento per garantire il recupero dei tagli operati sui posti comuni dei docenti sull’organico 20-21, nonché un aumento temporaneo dei contingenti». Sul trasporto scolastico – che dovrà confrontarsi con orari di ingresso differenziato da scuola a scuola e anche da classe a classe – la soluzione può passare invece da un tavolo separato che guardi sia al lato economico che a quello organizzativo della vicenda.

Argomenti analoghi erano stati usati, poco prima, da Comuni e Province, che sono coinvolti direttamente nella partita del ritorno in classi in quanto proprietari degli istituti scolastici. In una nota congiunta, i presidenti di Anci (Antonio Decaro) e Upi (Michele de Pascale) hanno a loro volta invocato «risorse per fare gli interventi necessari ad assicurare la sicurezza nelle scuole» e più personale «altrimenti non saremo in grado di assicurare i servizi educativi». Con tanto di avvertimento: senza queste risposte l’intesa sul Piano scuola non ci sarà. Risposte che vorrebbero già con due emendamenti al decreto Rilancio che affidino loro i primi 400 milioni (su un miliardo) del fondo Covid e aumentino la dotazione di educatori.