I bambini penalizzati

I bambini penalizzati

di Maurizio Tiriticco

Questo maledetto corona virus!!! Dal prossimo a.s. i nostri ragazzi a scuola, tra distanziamenti spaziotemporali, mascherine ed altre stravaganti misure atte ad evitare contatti e contagi, saranno come tanti soldatini, ubbidienti e allineati. Chetttristezzzaaa!!! Pare che le terribili visioni di Fritz Lang e di George Orwell si avverino! Autori che avevano previsto inimmaginabili, allora, situazioni difficili, anzi catastrofiche! E gli effetti funesti! I più vari! Tranne la pandemia del covid 19. Inimmaginabile!

Copio dal web — METROPOLIS è uno stupendo film muto del 1927, diretto da Fritz Lang, e considerato il suo capolavoro. Il regista ambienta il film in un futuro distopico (nel 2026, esattamente a 100 anni di distanza da quello di produzione del film, presentato in prima assoluta il 10 gennaio 1927), in cui le divisioni classiste sembrano accentuarsi. L’umanità è divisa in due classi: quella degli schiavi, che lavorano in fabbriche avanzatissime, ma sono costretti a vivere nel sottosuolo. Il film è tra le opere simbolo del cinema espressionista ed è universalmente riconosciuto come modello di gran parte del cinema di fantascienza moderno, avendo ispirato pellicole quali Blade Runner e Guerre stellari.— 1984, NINETEEN EIGTHY-FOUR è uno dei più celebri romanzi di George Orwell, pubblicato nel 1949, ma iniziato a scrivere nel 1948 (anno da cui deriva il titolo, ottenuto appunto dall’inversione delle ultime due cifre). Le Monde lo posiziona al 22 posto della classifica dei 100 migliori libri mai scritti.

Insomma, la letteratura non ci risparmia visioni catastrofiche. La stessa cosa ritroviamo in testi lontani del nostro passato. Zoroastro e lo Zendavesta prevedono che la fine del mondo avverrà in seguito ad un incendio disastroso! E la stessa cosa ci dice Pietro nella sua epistola. Insomma, dopo il diluvio universale l’incendio universale. Dall’acqua al fuoco! E lo annunciano anche autori latini: Cicerone, Lucrezio, Vilrgilio, Ovidio! Insomma avremo un finale pirotecnico! Mah! Se questi annunci hanno un minimo di credibilità, viene da pormi questo interrogativo: è forse possibile che l’umanità sia condannata a vivere in un prossimo futuro secondo regole di comportamento che ne altereranno la sua originale natura? Forse, per la mancanza di contatti interpersonali, in un futuro non lontano avremo figli solo in provetta? E andremo forse verso un nuovo “peccato originale”? Sempreché ci siano alberi di mele! E sperando che una novella Lilith non voglia fare nuovamente le scarpe ad Eva!

Ma torno con i piedi per terra e penso ai nostri bambini e ai loro giochi! Con questo maledetto corona virus potranno ancora giocare? Perché in effetti, è vero che si può giocare da soli, ma il gioco quello vero è sempre in compagnia! Lo stesso saltatore olimpionico salta da solo, ma deve superare il salto dell’avversario! Non si gioca da soli! Solo io lo faccio, costretto a casa con i miei solitari di carte al PC!!! Ed il GIOCO, singolo e/o a due e in gruppo, per un bambino che cresce, è un passaggio importante, anzi determinante, ai fini della “costruzione del sé”. E non lo dico io! Ce lo ha insegnato Piaget, che ha costruito le sue ricerche osservando quotidianamente i figli e i loro compagni di gioco, non solo con l’occhio del genitore, ma anche con quello dello scienziato. Ed ha scoperto che lo sviluppo/crescita del nuovo nato si svolge lungo quattro fasi: 1) fisico/senso/motoria; 2) emotivo/affettiva; 3) cognitiva; 4) sociocollaborativa. E poi, in forza dell’epigenesi, l’area successiva ingloba quella precedente.

Ovviamente rinvio ai testi dell’autore l’esplicitazione del tutto e delle sue particolarità. In questa sede voglio solo sottolineare che la seconda fase piagetiana è una delle più importanti per la “presa di coscienza del sé”, in quanto anche e soprattutto “differenziazione dall’altro”. Ed è ciò che accade in un’aula/sezione della scuola per l’infanzia. Qui, con l’aiuto e la guida esperta della/e maestra/e, Antonio “prende consapevolezza di sé”, di ciò che sa fare ed imparare a conoscere per fare, “misurandosi con l’altro e con gli altri”. Basti pensare al girotondo! Quante cose avvengono! I bambini si contano; cooperano; tirano e mollano; destra/sinistra; avanti e indietro; su e giù; maschio e femmina;  alto e basso; movimento e ritmo; canto e comandi! E non so quante altre “cose” ancora!

Il gioco, pertanto, è presa di coscienza, consapevolezza e conoscenza di sé. In effetti “il sé” ha senso e consistenza solo in quanto esiste l’“altro da sé”. Lo stesso padreterno ha costruito l’universo per prendere coscienza di sé e del suo potere! Da solo… sai che noia!

Ora mi chiedo… e chiedo a chi ne sa più di me, alle maestre della scuola per l’infanzia: che accade se, grazie a questo stramaledetto corona virus – e lo chiamano anche corona! – in una sezione di scuola per l’infanzia, in un’aula scolastica i bambini devono essere distanti l’uno dall’altro non so quanti centimetri? E non possono neanche toccarsi? Su di loro, a mio vedere, di fatto si eserciterà una vera e propria violenza: ed il loro personale sviluppo/crescita ne risentirà! Ma forse dovrei chiudere con un interrogativo più che con un esclamativo! E chiedo a chi ne sa più di me di correggermi.