A settembre tra distanze e mascherine e caccia digitale alle nuove aule

da ItaliaOggi

Marco Nobilio

Un metro di distanza tra alunno e alunno, alunno e docente. La distanza va calcolata da bocca a bocca e non da banco a banco. Più precisamente: «Il distanziamento fisico (inteso come 1 metro fra le rime buccali degli alunni), rimane un punto di primaria importanza nelle azioni di prevenzione». La raccomandazione riportata dalla ministra Azzolina viene dal Comitato tecnico scientifico costituito presso il dipartimento della protezione civile. Che l’ha messa nero su bianco nel verbale della riunione del 22 giugno scorso in vista della ripresa delle lezioni in presenza da settembre prossimo. E il monito è stato recepito nel Piano scuola 2020/2021 dal ministero dell’istruzione e approvato dalla Conferenza unificata ed approvato da quest’ultima. Tecnicamente, l’espressione riportata nel verbale del Cts indica la fessura (rima) circondata dalle labbra ubicata tra le due guance (bucca in Latino vuol dire guancia). Ma il distanziamento non basta. Il ministero ha ricordato che il Cts, già nella riunione del 28 maggio, aveva evidenziato la necessità che gli alunni indossino «per l’intera permanenza nei locali scolastici» si legge nel piano ministeriale «una mascherina chirurgica o di comunità di propria dotazione, fatte salve le dovute eccezioni (ad esempio attività fisica, pausa pasto)». Dunque, distanziamento e mascherina obbligatoria. Ma non sempre e non per tutti. Il ministero ha chiarito, infatti, che l’obbligo della mascherina non si applicherà ai bambini fino a 6 anni e agli alunni disabili. In questo caso saranno gli insegnanti e il personale che starà a contatto con loro a doversi munire di dispositivi di protezione individuali rafforzati. Nel caso delle maestre dei nidi e dell’infanzia, l’amministrazione ha raccomandato l’uso di visiere piuttosto che di mascherine. Ciò per consentire il riconoscimento da parte dei bambini. Mentre per quanto riguarda gli alunni disabili, che non potranno portare la mascherina, i docenti e il personale di assistenza dovranno indossare oltre alla mascherina, guanti e visiere.

Per quanto riguarda gli ambienti scolastici, i dirigenti potranno disporre di fondi per la manutenzione ordinaria, senza doversi rivolgere anche per questo all’ente locale proprietario. E comuni e province disporranno di fondi aggiuntivi per gli interventi più importanti. Il ministero sta monitorando la situazione ed ha predisposto un archivio informatico tramite il quale sarà possibile incrociare il numero degli alunni e la capienza degli ambienti. L’amministrazione sta anche procedendo ad una ricognizione degli edifici scolastici dismessi o comunque non utilizzati, per verificare la possibilità di riallocare le classi in ambienti il più possibile adatti a garantire il distanziamento. In ogni caso, il ministero sta anche valutando la possibilità di procedere a un ampliamento degli organici del personale docente per ridurre il numero di alunni nelle classi sovraffollate. La misura potrà essere adottata non necessariamente costituendo nuove classi, ma anche attraverso l’applicazione di meccanismi di redistribuzione e flessibilità.