LA CONFUSIONE REGNA SOVRANA

RIAPERTURA DELLE SCUOLE 

L’ANDIS intende denunciare il grave ritardo, le perduranti incertezze e la mancanza di indicazioni univoche con cui l’Amministrazione sta avviando le procedure necessarie per un rientro in sicurezza degli studenti e del personale. Le disposizioni contenute nella Legge n. 41/2020 e nel “Piano scuola 2020/2021” non consentono ai dirigenti scolastici di elaborare, sulla base di elementi “certi”, le misure che possano garantire la regolare ripresa in sicurezza delle attività scolastiche a partire dal 1° settembre.

Di seguito si evidenziano le maggiori criticità:  

a.       Il “distanziamento”

L’esigenza di distanziamento con la conseguente necessità di reperire spazi ulteriori all’interno o all’esterno degli edifici scolastici rappresenta uno dei problemi più spinosi relativi alla possibilità di rientro in presenza. 

Da alcuni giorni i Dirigenti scolastici si affannano a calcolare, con il supporto degli RSPP e dei tecnici degli Enti proprietari, la capienza delle aule e le superfici da prevedere per le vie di fuga, ma nessuno di loro rimane convinto della correttezza del parametro utilizzato. La perplessità più importante riguarda il calcolo dello “spazio di movimento” più volte richiamato dal CTS nel documento del 28 maggio. 

Occorre peraltro garantire gli spazi obbligatori previsti dal D. M. 18 dicembre 1975, che prevede una superficie netta di 1,80 mq per alunno nelle scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di I grado e di 1,96 mq. per gli studenti delle superiori. 

Alcuni Uffici Scolastici Regionali (Veneto – Emilia-Romagna) hanno fornito indicazioni operative, altri hanno predisposto differenti modelli e strumenti di monitoraggio, la maggior parte rimane in attesa del preannunciato “cruscotto” ministeriale. 

La confusione nasce dal fatto che UU.SS.RR., Enti Locali ed RSPP utilizzano modalità di calcolo diverse partendo da presupposti diversi. Ciò è possibile proprio perché i documenti ufficiali invece di semplificare confondono. Sulla questione sarebbe auspicabile un chiarimento urgente da parte del Ministero dell’Istruzione, anche perché si rischia di far lavorare a vuoto o con parametri errati le Conferenze dei servizi.

b.       L’organizzazione del lavoro del personale docente e ATA

Nel caso si dovesse prevedere lo svolgimento dell’attività di docenza in modalità “mista” (in presenza e a distanza), con ampie fasce di flessibilità oraria, le modalità di svolgimento della prestazione di lavoro presenti nel CCNL pongono vincoli che non possono essere risolti dalla contrattazione integrativa di istituto.

Il tema va affrontato dall’Amministrazione attraverso l’attivazione di una trattativa o di un confronto con la parte sindacale. 

c.       Organico docenti e nuove classi

Non è possibile strutturare alcun piano di rientro credibile e concretamente applicabile se non si conoscono esattamente le risorse, sulle quali ciascuna scuola può contare, non solo in termini di strutture e di strumenti per renderle accoglienti e sicure ma, soprattutto, in relazione al personale docente aggiuntivo che rimane l’unica possibilità per le istituzioni scolastiche, di articolare gruppi di apprendimento con un numero di alunni inferiore a quello della classe,  in modo da ridurre le possibilità di contagio e i rischi connessi. 

Anche su questo aspetto, il ritardo dell’Amministrazione è evidente.

Non si è messa in moto la complessa macchina organizzativa che determinerà l’assegnazione del personale alle scuole.  È previsto l’aggiornamento delle graduatorie con una diversa articolazione delle fasce che deve consentire l’assegnazione dei posti vacanti e disponibili da parte degli uffici scolastici territoriali. 

Il rischio concreto è che le graduatorie non siano aggiornate in tempo e che tali posti siano “restituiti” alle scuole, con l’aggravio per il Dirigente scolastico di dover individuare gli aventi diritto sulla base di graduatorie “vecchie”, quindi con tutti i rischi di contenzioso che tali procedure comportano. 

d.       Organico personale ATA (collaboratori scolastici, assistenti tecnici e amministrativi)

La prevenzione del rischio di contagio comporta una serie di operazioni aggiuntive e continue da parte dei Collaboratori scolastici che non può essere soddisfatta dal numero di personale ordinariamente assegnato alle scuole.

Va considerato inoltre che il prevedibile ampliamento del tempo di apertura delle scuole renderà necessario un ampliamento temporaneo degli organici del personale amministrativo e degli assistenti tecnici per le scuole del I ciclo.

e. I lavoratori “fragili”

ll Protocollo Condiviso di regolamentazione firmato il 14 marzo dalle parti sociali e inserito come allegato 12 nel DPCM 17 maggio 2020 assegna al Medico Competente il ruolo di segnalare al Datore di Lavoro eventuali fragilità ed eventuali patologie attuali o pregresse, per definire l’idoneità del lavoratore alla mansione.  

Si tratta però di una sorveglianza sanitaria straordinaria, attiva fino alla fine della pandemia (al momento fissata al 31 luglio 2020).

Anche in questo caso non sono state emanate indicazioni operative comuni (ad eccezione dell’USR Emilia Romagna che ha elaborato un approfondimento tecnico per la gestione dei lavoratorifragili).  

Occorre chiarire se dopo il 31 luglio tornano in vigore esclusivamente le norme previste dall’art. 41 del D. L. vo n. 81/2008.

f.       La gestione delle assenze del personale

Tra le misure necessarie alla prevenzione del contagio viene tassativamente prescritto dal CTS che: “Chiunque ha sintomatologia respiratoria o temperatura corporea superiore a 37.5°C dovrà restare a casa”.   

E’ facilmente intuibile che nei prossimi mesi autunnali e invernali potremmo trovarci di fronte ad un incremento delle assenze temporanee. Occorre considerare che la scuola non può gestire le assenze con le modalità ordinarie previste dal Regolamento per la sostituzione dei docenti assenti, che chiaramente non assicurano una copertura immediata nell’esercizio della vigilanza e del rispetto delle norme di sicurezza degli alunni.

Anche in questo caso, si tratta di emanare indicazioni derogatorie del regolamento per le supplenze.  Le competenze in materia sono escluse dall’esercizio dell’autonomia.

g.       I protocolli per la frequenza in presenza

Il Piano Scuola precisa che i protocolli sanitari per la frequenza a scuola saranno costantemente aggiornati sulla base dell’andamento dei contagi.  

È necessario però che le indicazioni pervengano nei tempi corretti per assicurare un’informazione tempestiva per il personale, gli studenti e le famiglie.

Fin da subito è assolutamente necessario prevedere e comunicare in termini chiari e inequivoci, il protocollo da seguire in caso di contagio a scuola: chi allontanare, cosa chiudere, che tipo di quarantena, quali modalità di rientro, quali misure sanitarie per alunni e personale. Il tracciamento e il trattamento dei contagi non possono essere improvvisati o lasciati in gestione alle scuole e alle famiglie, né possono essere diversi da regione a regione, lasciati quindi alla capacità organizzativa e gestionale dei singoli territori. 

L’ANDIS, interprete dei sentimenti di sconforto e di disorientamento che avvertono i dirigenti scolastici italiani di fronte alla complessità delle questioni da affrontare nelle prossime settimane e alle accresciute responsabilità civili e penali, auspica che l’Amministrazione voglia fornire con la necessaria sollecitudine ogni utile supporto e affiancamento ai dirigenti scolastici nella fase di pianificazione e implementazione delle misure necessarie per la riapertura in sicurezza delle scuole.  

Il Direttivo nazionale ANDIS