M. Biller, Sei valigie

Biller tra i suoi misteri

di Antonio Stanca

Quest’anno, a Gennaio, da Sellerio è stato ristampato Sei valigie, romanzo pubblicato nel 2018 dallo scrittore tedesco Maxim Biller.

Biller è nato a Praga nel 1960 da genitori russi ebrei. Nel 1970 la famiglia si è trasferita in Germania dove è vissuta tra Amburgo e Monaco. Ora Biller risiede e lavora a Berlino. Svolge attività di critico letterario su importanti riviste e dagli anni ’90 è autore di una rubrica satirica, “Cento righe di odio”, che ha registrato un notevole successo. A quegli anni risale pure l’inizio della sua produzione narrativa nella quale ricorre il tema, quasi autobiografico, del difficile rapporto tra ebrei e tedeschi. Molto tradotte e molto premiate sono state le sue opere. Numerose le onorificenze tributate allo scrittore. E’ considerato uno degli scrittori tedeschi “più appassionanti e imprevedibili” poichè le sue narrazioni sono cariche di pathos e sorprese. Avvincono il lettore, lo legano alle vicende narrate spesso di carattere sentimentale con risvolti inaspettati. Un classico dellanarrazione potrebbe essere definito, un abile costruttore di tessuti narrativi, capace di creare storie tanto ampie da comprendere molti personaggi, molte vite, molti tempi.Le sue sembrano le storie della grande narrativa russa tra Ottocento e primo Novecento, dei grandi romanzi di storia e vita, ragione e passione degli scrittori di quella tradizione. Pure Sei valigie può essere inserito in questo genere, anche qui la vicenda si estende fino a comprendere molte persone, molte circostanze, molti luoghi.

   I quattro figli di una famiglia di ebrei russi riescono a fuggire da Mosca e ad arrivare in Germania attraverso la Cecoslovacchia e la Polonia. Vivono situazioni tra le più pericolose. Il padre, colpevole di commerci clandestini, era stato condannato a morte e giustiziato senza che si fosse mai capito chi lo aveva accusato, come avevanofatto a scoprirlo le forze dell’ordine. Anche uno dei figli era stato arrestato e detenuto in carcere per cinque anni senza che il suo caso fosse mai chiarito. 

  Rancori, paure, rivalità, odi, inganni, sospetti, segreti sono gli elementi che percorreranno la vita di queste persone anche quando avranno una loro famiglia, dei loro figli. Divisi, lontani penseranno di stare quei fratelli una volta giunti in Germania. Anche le mogli, i figli vivranno questa situazione, parteciperanno dell’ambiente che si è creato nella famiglia e che neppure alla fine verrà completamente spiegato. Finirà il romanzo lasciando intendere che poco di quanto era veramente successo è stato detto e che dalle rivelazioni di una delle figlie di quelle famiglie si deve attendere di sapere tutta la verità.

  Erano i tempi della seconda guerra mondiale, della sua fine e dopo, quei fratelli, di origine ebrea, avevano dovuto guardarsi anche all’esterno, avevano dovuto salvarsi dalle persecuzioni naziste. Erano stati in tanti posti durante la loro fuga dalla Russia, avevano vissuto tanta vita insieme, da soli, con le famiglie. Ognuno aveva avuto la sua storia, ognuno viveva ora la conclusione di essa, Le loro vicende offriranno a Biller l’occasione per ripercorrere quanto di terribile era stato allora vissuto dai paesi dell’Est europeo. Non si finirà mai di sapere leggendo il romanzo, il privato si combinerà col pubblico in una pendolarità che sembrerà non volersi mai concludere. Il lecito starà con l’illecito, la verità con la menzogna, l’amore con l’odio, la vita con la morte. Mai si potrà prevedere con certezza il risvolto, lo sviluppo, la conclusione della situazione che si sta verificando, sempre “imprevedibile” rimarrà. Niente di sicuro sembra ci possa essere. Tutto si muove, tutto cambia, mai si può sapere come, quando finirà questo movimento. Neanche quanto è successo in quella famiglia si può sapere perché viene trasferito ad un momento, ad un discorso che non avverranno nel romanzo, che inizieranno quando il romanzo finirà.

Di tutto e di niente scrive Biller, vuol dire e non vuole:è tale e tanta l’ampiezza della sua visione della vita, della storia, da comprendere pure quel che non può essere detto anche se può accadere.