AA.VV., L’Educazione secondo Papa Francesco

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Educhi-amo-ci all’incontro:
Le idee di Papa Francesco sull’educazione

di Carlo De Nitti

L’educazione secondo Papa Francesco è il titolo scelto per pubblicare, curati da Ernesto Diaco, gli Atti della X Giornata pedagogica del Centro Studi per la Scuola Cattolica (C.S.S.C.), tenutasi in Roma il 14 ottobre 2017, editi  nel 2018 per i tipi delle Edizioni Dehoniane con la prefazione di S.E.R. Mons. Nunzio Galantino, Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana (C.E.I.).

In questo volumetto (pp. 137), ogni lettore può agevolmente invenire una sinossi tanto agile quanto articolata del pensiero, ovviamente in fieri, del pensiero del Santo Padre, in materia di educazione, di pedagogia e di scuola, in ragione dell’alto profilo dei partecipanti alla Giornata ed ai conseguenti Atti qui presentati.

Ad una persona di scuola – quale chi scrive è da ormai circa trentacinque anni – non può non interessare, convinto com’è anch’egli che: <<ogni persona è costantemente inserita in una rete di relazioni con altre persone dalle quali riceve ed alle quali dà stimoli che lasciano evidentemente qualche segno e, quindi, in un certo senso, educano>> (NUNZIO GALANTINO, p. 5).

Attraverso i sei saggi che costituiscono il volume, gli Autori  [ANTONIO SPADARO, ANGELO VINCENZO ZANI, GIUSEPPE ZANNIELLO, GIUSEPPE MARI (1965-2018), GIUSEPPINA DEL CORE, SERGIO CICATELLI] lumeggiano, da par loro, gli aspetti più peculiari dell’impegno educativo e della riflessione pedagogica di Papa Francesco, a partire dai suoi anni giovanili ed arcivescovili a Buenos Aires ma anche il suo essere “gesuita” – il primo pontefice gesuita, e latino-americano, della storia bimillenaria della Chiesa cattolica – ovvero membro della più grande Congregazione che si prefigge, quale proprio fine fondamentale, l’educazione.

Dalla lettura del testo qui presentato è possibile evincere i nuclei tematici fondamentali delle riflessioni sull’educazione di Papa Francesco; centrale è <<evitare che la luce di Cristo resti per molti un ricordo lontano o che, peggio ancora, resti in mano a una piccola ed eletta schiera di “puri”: questo trasformerebbe la Chiesa in una setta>> (ANTONIO SPADARO, p. 14).

Occorre, quindi, connettere la sfida educativa del XXI secolo a quella antropologica: gli educatori non possono aver risposte pre-costituite alla domande, ma devono suscitarne di sempre nuove e creative. <<Questa pedagogia vivace fa leva sull’inquietudine e sulle domande, che ha una concezione inclusiva della verità ed ha un’impostazione di largo respiro si fonda sul fatto che l’educazione non è una tecnica ma una fecondità generativa >> (ANTONIO SPADARO, p. 21) per costruire ponti tra le generazioni per venire incontro ai giovani ed ai loro bisogni formativi. Nello scenario del nostro tempo “liquido” <<si può notare come gli interventi di Papa Francesco per la scuola e per l’educazione siano profetici e carichi di risposte […] come fattori che immettono un’anima negli scenari del futuro>> (ANGELO VINCENZO ZANI, p. 28).

Non vi è chi non veda come peculiarità specifica delle riflessioni del Pontefice sia la passione educativa che ha come fine ultimo il perseguimento della cultura dell’incontro nell’ottica del bene comune. Soltanto mediante l’incontro ed il dialogo è possibile comporre le fratture che caratterizzano il tempo presente: quella tra laicità e religione; quella tra generazioni e quella tra uomo/società e natura/ambiente.

Per questo fine, sulla scia della Populorum progressio di Papa Paolo VI (1967), Papa Francesco afferma che <<occorre, quindi, educare ogni persona a diventare cittadino responsabile del bene comune, capace di costruire un nuovo modello culturale […] che vada al di là dei muri e delle barriere>> (ANGELO VINCENZO ZANI, p. 35): occorre un’educazione in uscita, che valorizzi tutti i linguaggi dell’uomo – quello della testa, quello del cuore e quello delle mani –  a favore di una cultura dell’incontro e dell’ascolto che consenta di abbattere tutti i muri materiali e spirituali che dividono gli uomini, anche mediante l’educazione informale (arte, sport, musica).

Proprio attraverso di essa è più agevole intercettare i bisogni ed i desideri dei giovani verso i quali <<lo sguardo di Francesco […] è sempre uno sguardo positivo che rifugge da qualunque tentativo di giudizio categorizzante>> (GIUSEPPINA DEL CORE, p. 101). A loro, infatti, chiede di <<>diventare artigiani di futuro>>, <<essere capaci di sognare>>, <<mettersi in gioco puntando su grandi ideali>>, <<ricostruire una nuova fiducia nella vita>>, <<trasformare la difficoltà in opportunità>>, prendere la vita nelle proprie mani e decidere responsabilmente>>, <<avere il coraggio di andare controcorrente>>, <<essere protagonisti del cambiamento della società>>, <<essere costruttori di un’umanità nuova>>, <<divenire cittadini responsabili>> (GIUSEPPINA DEL CORE, p. 113 – 118 passim). In una parola, di divenire ed essere uomini liberi …

Una concreta testimonianza delle idee di Papa Francesco sull’educazione è nell’esperienza di Scholas Occurrentes, <<una rete mondiale di scuole le cui origini risalgono ai programmi “Scuola del vicinato” e “Scuole sorelle” promossi dall’allora arcivescovo Bergoglio per favorire la collaborazione tra scuole e territorio, tenuto conto anche della crisi del “patto educativo” scuola-famiglia>> (GIUSEPPE MARI, pp. 90 – 91).

Oggi esse sono una realtà consolidata in 190 Paesi a partire da quando – il 15 agosto 2015 – venne eretta la Fondazione di diritto pontificio Scholas Occurrentes: <<Globalizzare la speranza è la specifica missione dell’educazione […] per consentire a ogni cittadino di sentirsi attivamente partecipe nella costruzione di una nuova società>> (ANGELO VINCENZO ZANI, pp. 43 – 44). Anche in Italia l’esperienza si sta diffondendo e consolidando, ma tanto è ancora tanto da fare … con impegno e dedizione da parte di tutt*!