Scuola, Spazi di apprendimento, Progettazione architettonica

Scuola, Spazi di apprendimento, Progettazione architettonica

di  Elena Tenti

Il momento storico che stiamo vivendo, pieno di cambiamenti e necessità urgenti in tema di ambiente e sostenibilità, chiede alla scuola di delineare il suo nuovo profilo, fatto di progetti, di didattica innovativa, di spazi di apprendimento. Anche le voci di protesta degli studenti e le linee politiche attuali spingono la comunità scolastica a confrontarsi sull’equilibrio del pianeta e sulla costruzione di scenari diversi di crescita economica e sociale. Ormai non è più possibile guardare all’ambiente trascurando questi fattori; clima, suolo, acqua, energia devono essere valutati in senso più globale, integrando questi elementi per rispondere a sfide sempre più complesse. Ecco perché la scuola può giocare un ruolo fondamentale nell’innovazione.

La progettualità degli spazi

L’Agenda 2030 sottolinea l’istruzione di qualità coinvolgendo la scuola in più ambiti: formativo, occupazionale, inclusivo, sostenibile. Ma ciò che colpisce maggiormente è che il tema chiave per coniugare tutte le diverse dimensioni della sostenibilità non riguardi solo la didattica: la progettualità degli spazi. Come sottolinea L. Tosi, il riconoscimento dello spazio come fattore su cui intervenire per sostenere il miglioramento dei processi di apprendimento, è una conquista piuttosto recente (1). Il modello di scuola fatto di aule e corridoi ha dominato il panorama architettonico per lungo tempo. Allo stesso modo la disposizione degli arredi scolastici ha seguito naturalmente questa concezione creando una linea di progettazione ritenuta la più efficiente per fornire istruzione al maggior numero possibile di studenti. Alla base di questo pensiero vi era la convinzione che tutti dovessero acquisire conoscenze negli stessi tempi e nelle stesse modalità. Ma nel tempo, la scuola si è confrontata con l’efficacia del servizio scolastico, con i diversi stili cognitivi degli alunni, con nuovi strumenti e metodi di apprendimento. È diventato quindi necessario personalizzare gli apprendimenti. Questo tempo è arrivato dopo tanti altri momenti di cambiamento fondamentali, che hanno segnato la storia della scuola italiana: l’aggiornamento dei curricoli, l’introduzione di nuove tecnologie, la riorganizzazione del tempo-scuola. La convinzione che lo spazio può diventare portatore di significato, facilitatore di processi e contesti di apprendimento, non si può più ignorare.

Un altro aspetto di cui tener conto per comprendere il ruolo che lo spazio fisico sta assumendo nell’ambito delle politiche nazionali sono i piani di intervento promossi dalle amministrazioni. Le innovazioni nell’ambito dell’edilizia scolastica sono rimaste piuttosto isolate e difficilmente hanno prodotto mutamenti significativi nei grandi numeri. Ma quando le amministrazioni locali o centrali, oltre ad intervenire sui singoli edifici, hanno cercato di sensibilizzare la comunità territoriale a riflettere sul rapporto tra architettura e pedagogia, si può constatare che le esperienze di innovazione degli ambienti sono diventate casi significativi di intervento. In alcuni casi l’edilizia scolastica è diventata proprio un elemento strategico delle politiche educative.

Recentemente più voci nel panorama formativo e culturale – Legambiente, Fondazione Agnelli, Compagnia di San Paolo – hanno sottolineato la necessità di investire negli edifici scolastici come elemento costante per influire sulla qualità del sistema scolastico. Guardare alla necessità di intervenire negli edifici scolastici permetterà di affrontare le criticità legate alla scuola che da sempre la toccano in modo particolare.

La centralità del progetto dell’aula

Il numero e la distribuzione degli edifici scolastici su tutto il territorio italiano sono indicatori importanti per sottolineare i bisogni e la caratterizzazione delle scuole nelle singole regioni. Ma l’elemento dell’aula scolastica rimane al centro delle osservazioni pedagogiche e didattiche degli esperti che sottolineano come, nonostante le influenze metodologiche innovative e le ricerche architettoniche, la didattica rimane troppo trasmissiva. Lo schema grafico dell’aula rispecchia l’assetto rigido della modalità con cui si fa lezione. Le didattiche innovative e le nuove metodologie spingono a stimolare ancora nuovi stili di apprendimento e a progettare spazi flessibili che accolgano attività comuni e laboratoriali.

Le aule 2.0 e 3.0 erano state pensate utilizzando un approccio globale centrato sulla predisposizione di arredi e dispositivi tecnologici da adattare ai diversi spazi disponibili. Questa azione però ha sottolineato ancora di più la diversità delle tipologie presenti nel territorio. Guardare ali edifici scolastici porterà ad elaborare strategie coerenti con ciascuna realtà, cercando di coniugare progettazione di spazi con scelte didattiche.

La scuola come espressione della comunità

Mantenere il patrimonio degli edifici scolastici richiede notevoli sforzi ed energie per far sì che si possa rendere le scuole efficienti e si possano risparmiare risorse importanti. Le scuole hanno poi un forte valore simbolico: esprimono l’intera comunità e il valore educativo che gli è riconosciuto. Ogni attività di ristrutturazione o modifica ha un risvolto etico che esprime il senso della comunità stessa. I Comuni, le Città Metropolitane, le Province faticano molto per mantenere attività di manutenzione, essere sostenibili in campo energetico, per rendicontare alla comunità le attività svolte per motivi economici, tecnici e burocratici. La scarsa autonomia decisionale e i limiti nella programmazione e nella ricerca delle risorse talvolta fermano o rallentano fortemente i processi. Occorrerà ragionare con progetti di lungo periodo, che possano conciliare queste diverse ottiche di lettura.

Lo spazio vissuto assieme

Gli edifici scolastici sono spazio di accoglienza per l’intera comunità scolastica, ma non sempre sono luoghi inclusivi per tutti e facilitatori di relazioni positive. Al di là dell’accessibilità fisica in funzione della disabilità motoria, che poi non è così scontata, molte barriere limitano le attività collettive e l’apertura all’intero territorio. Anche le trasformazioni avvenute negli ultimi anni all’interno della società spingono a guardare alla scuola come elemento propulsore nella conciliazione dei tempi tra il lavoro e la famiglia e nella disponibilità di spazi dedicati all’offerta educativa.

Gli studenti diminuiscono

La diminuzione degli alunni, con differenze nei plessi e nei territori, porterà ad un generale svuotamento degli spazi interni e a una forte contrazione delle ore di docenza del personale. La fotografia della realtà scolastica in un futuro piuttosto immediato sarà quella di classi più piccole con spazi disponibili e docenti impegnati nel potenziamento dell’offerta formativa sul territorio. L’esperienza proposta a livello normativo dalla Legge 107/2015 sull’organico dell’autonomia ha insieme elementi di forza e di criticità: nel tempo si è constatato che le ore di disponibilità degli insegnati hanno coperto per la maggior parte supplenze ed attività per il funzionamento del plesso piuttosto che per ampliare le esperienze didattiche curricolari e non. Anche per la scuola tempo e spazio diventano risorse sempre più preziose da mettere sempre di più a sistema e impiegate in una visione globale.

Nuove potenzialità

Una possibilità importante può essere trovata nella formazione. Dopo un lungo periodo passato a condividere strategie e metodologie educative innovative, la comunità scolastica e gli addetti ai lavori (professionisti, operatori di settore) possano programmare insieme il futuro del patrimonio degli edifici scolastici. Ora è il tempo di interrogarsi, di dare il proprio contributo alle diverse competenze, di riprogettare l’edificio scolastico partendo dalle sue reali esigenze, cercando di esprimere la sua storia, analizzando le criticità riscontrate (legate alla struttura, al risparmio energetico, all’organizzazione) per delineare un quadro di potenzialità future e definire concrete modalità di realizzazione dei propri progetti.


(1) L.Tosi e E. Mosa, Edilizia scolastica e spazi di apprendimento: linee di tendenza e scenari, Fondazione Agnelli, Torino, 2019