Scuole in cerca di aule aggiuntive, il Ministero le aiuterà: a mali estremi chiameremo la protezione civile

da La Tecnica della Scuola

Ha destato più di un interrogativo la nota 1359 del 30.7.2020 firmata dalla capo dipartimento Giovanna Boda, con la quale il ministero dell’Istruzione ha chiesto ai dirigenti scolastici di compilare “un sintetico questionario” per “rilevare, a livello nazionale e alla data attuale, il fabbisogno di ulteriori spazi necessari alle istituzioni scolastiche”, così da “garantire la ripresa delle attività didattiche in presenza nel mese di settembre 2020”. Un fabbisogno che secondo la nostra redazione ammonta a circa 70 mila aule aggiuntive.

Hanno risposto già l’80% dei presidi

Ma come mai il Ministero ha deciso di chiedere nuovamente quanto già comunicato dai presidi nelle passate settimane e anche vagliato dagli Usr? Il motivo è legato al fatto che intende aiutare gli istituti in difficoltà nella ricerca di aule aggiuntive da utilizzare al rientro a settembre.

Detto che a meno di dodici ore dalla scadenza per l’invio del questionario, fissata alle ore 14.00 di sabato 1° agosto, hanno fatto pervenire le risposte al Ministero – via e-mail – circa 6 mila dirigenti scolastici su 8.200, fonti del dicastero dell’Istruzione hanno anticipato alla Tecnica della Scuola il “piano” messo in atto per evitare che a settembre possano mancare gli spazi richiesti dai ds dei 44.600 plessi esistenti oggi in Italia: “la nuova richiesta effettuata alle scuole – ci dicono dal MI – è dovuta dalla necessità di indicare dati aggiornati su una situazione che é in continua evoluzione”.

Dati da aggiornare

In effetti, gli ultimi dati forniti agli Uffici scolastici regionali non possono essere considerati aggiornati, visto che non potevano tenere conto della fornitura dei banchi monoposto avviata, attraverso apposita gara, dalla struttura del Commissario straordinario Domenico Arcuri.

L’acquisizione dei banchi monoposto, che si materializzerà entro l’inizio dell’anno scolastico, a costo di far produrre i banchi all’estero, potrebbe infatti avere cambiato non poco il quadro delle necessità: nelle scuole dove in mese fa occorrevano, per ipotesi, cinque aule aggiuntive, dove collocare gli alunni in sovrannumero per via del rispetto del distanziamento tra gli alunni previsto dalle Linee Guida, con l’arrivo dei banchi l’esigenza di spazi in più potrebbe essersi ridotta a tre.

Il questionario da riempire e consegnare subito

Nel questionario da riempire, nella prima domanda il MI chiede ai presidi, non a caso, se “vi è la necessità di ulteriori spazi per garantire la ripresa dell’attività didattica nel mese di settembre 2020”.

Si chiede quindi ai capi d’istituto quanti sono i “plessi scolastici interessati dalla mancanza di spazi” e il numero di “aule ulteriormente necessarie”.

Sempre ai presidi viene quindi chiesto se sono “in corso le interlocuzioni necessarie con gli enti competenti per il reperimento di ulteriori spazi da destinare alla didattica” e “in caso di risposta affermativa, di quali enti si tratta”.

La nostra fonte ministeriale spiega ancora che “qualora non avessero bisogno di nulla – perchè già organizzati con il layout degli spazi o grazie al supporto degli enti locali – i dirigenti potranno anche non rispondere”.

In questo modo, si paleserebbe che “non vi è alcuna situazione di emergenza”.

Se Comuni e Province non ce la fanno….

L’obiettivo del Ministero, con questa ulteriore rilevazione, diventa allora quello di individuare gli istituti in condizioni più difficili, per via della mancanza di spazi a disposizione, così da potere intervenire qualora non dovessero farcela gli enti locali (i Comuni per le scuole d’infanzia, primarie e medie; le ex province per le superiori).

“La nostra volontà – spiegano ancora dal MI – è quella di fare emergere le criticità tramite i presidi, per non lasciare nessuno indietro o in difficoltà logistica. Ecco perché occorre localizzare precisamente chi é in grave difficoltà”.

L’Help Desk del ministero dell’Istruzione

A questo punto, una volta appurate quali sono le scuole con esigenze di spazi, vi sono due possibilità: la prima è che il dirigente scolastico prende accordi direttamente con gli enti locali e individua gli spazi per ospitare gli alunni in eccesso; la seconda è che gli spazi non vi sono e allora entra in gioco l’Help Desk del ministero dell’Istruzione, un servizio composto da 40 operatori che – in collegamento anche con altre istituzioni extra-scolastiche, come la Croce Rossa o il MIBACT – verificherà in modo capillare se vi sono luoghi alternativi, ad esempio provando a verificare la disponibilità di eventuali oratori, scuole paritarie o di istituzioni private potenzialmente disponibili che Comuni e Province non hanno considerato. Andando a verificare, considerando il poco tempo a disposizione per svolgere interventi di edilizia, anche “leggera”, la disponibilità di edifici già predisposti per lo svolgimento delle lezioni in presenza.

“Qualora non vi fosse proprio alcuna possibilità di individuare delle aule aggiuntive – spiegano ancora dal ministero dell’Istruzione – arriveremo a chiedere l’intervento della Protezione Civile”. Un intervento che in pochi giorni permetterebbe di tirare su – come nelle zone colpite da sisma – quelle tensostrutture utili a non far perdere nemmeno un giorno di scuola.