Ritorno a scuola, il rischio contagio esiste: tre scenari per l’autunno

da La Tecnica della Scuola

Potrebbero non bastare le linee guida e il protocollo di sicurezza per la riapertura scuole di settembre: con una nuova ondata di covid proprio l’attività scolastica resta fra quelle che destano maggiori dubbi. Specie per quanto riguarda gli alunni più piccoli.

Stiamo parlando delle perplessità dell’Istituto Superiore di Sanità, che ha realizzato un documento in cui si parla degli scenari che potrebbero aversi in autunno.

Queste le linee guida, come riferisce La Repubblica.it, per ottobre si chiamano “Preparedness“, e serviranno sostanzialmente a “minimizzare i rischi posti dalle malattie infettive e per mitigare il loro impatto”. Gli esperti sottolineano che non è possibile conoscere adesso l’evoluzione che si avrà a fine estate, ma è chiaro che un piano deve essere stilato.

I tre scenari per l’autunno: la scuola resta un’incognita

L’Istituto Superiore della Sanità prefigura tre scenari: il primo scenario sembra essere quello più incoraggiante; infatti si ipotizza una situazione sostanzialmente invariata (focolai presenti) con un impatto modesto delle scuole sulla trasmissibilità e le sue fonti d’infezione, considerate inevitabili ma tenute sotto controllo. Invece, la seconda prospettiva, evidenzia una situazione di trasmissibilità “sostenuta e diffusa” con Rt tra 1 e 1,25: non si riesce a tenere traccia, in questo caso, dei nuovi focolai, inclusi quelli scolastici.

Il terzo scenario, infine, è quello che desta maggiore preoccupazione: “Situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa con rischi di tenuta del sistema sanitario e valori regionali sistematicamente compresi tra 1,25 e 1,5”.

Secondo gli epidemiologi e gli igienisti “non è nota la reale trasmissibilità di SarsCov-2 nelle scuole, anche se iniziano ad essere disponibili evidenze scientifiche di epidemia in ambienti educativi”. Più in generale, “non è noto quanto i bambini, prevalentemente asintomatici, trasmettano il virus rispetto agli adulti”. Tutto questo, “rende molto incerto il ruolo della trasmissione nelle scuole”.

Nella scuola dell’infanzia senza mascherina

Come dicevamo in precedenza, a destare maggiore preoccupazione è la fascia più piccola della popolazione studentesca, soprattutto quella 0-6 anni.
E’ vero che sono state approvate delle linee guida specifiche per la fascia 0-6: per i bambini di età inferiore a 6 anni non è previsto l’obbligo di indossare la mascherina, diversamente dal personale scolastico.

E’ chiaro che un bambino così piccolo potrebbe soffrire la mascherina tutte quelle ore e che il distanziamento è miraggio. Però le perplessità sono tante.

Perplessità sollevate anche dal sindacato Gilda nei giorni scorsi: “Nonostante studi scientifici dichiarino che nei bambini di età inferiore ai 5 anni la carica virale sia fino a cento volte superiore alla media e la Società italiana di pediatria consigli l’uso della mascherina a partire dai 3 anni, nessun distanziamento, nessuna riduzione del numero degli alunni per classe e nessun dispositivo di protezione individuale è previsto dalle Linee guida per la riapertura a settembre della scuola dell’infanzia“.