Protocollo di sicurezza per l’avvio dell’anno scolastico

Illustrissimi
Presidente del Consiglio Giuseppe Conte,
Ministro dell’Economia e Finanze Roberto Gualtieri,
Commissario straordinario Domenico Arcuri,
Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina

Scrivo a nome di un rilevante gruppo di dirigenti scolastici, per rappresentare la situazione di grande preoccupazione della maggior parte di noi, in relazione allo stato di salute delle nostre scuole e alla vigilia del rientro in presenza. In questi giorni abbiamo letto il Protocollo di sicurezza per l’avvio dell’anno scolastico alla luce del Covid 19, elaborato da Miur e sindacati. Le dodici pagine che lo compongono sono il risultato di quanto già era stato definito in questi mesi, sono un compendio di regole sanitarie e di distanziamento già ampiamente descritte, una serie di prescrizioni che vanno bene per tutti e per nessuno.

Possiamo dire che a noi dirigenti quanto scritto nel Protocollo non ci rassicura affatto perché, ricordiamolo, secondo la normativa vigente noi siamo equiparati a tutti gli effetti ai datori di lavoro, con tutte le responsabilità del caso. Per noi questo documento è fortemente omissivo. Omette di ricordare che gli edifici scolastici non sono di proprietà delle scuole e che spesso versano in uno stato di degrado, tanto che per molti non esiste neanche la certificazione di agibilità. Omette di spiegare che tante delle nostre scuole non hanno pareti da abbattere, porte da aprire, vie di fuga da praticare, essendo allocate in edifici improvvisati o vetusti.

Tutta questa vicenda appare come un enorme gioco degli equivoci, che si trasforma in un elefantiaco scaricabarile. Noi dirigenti scolastici, senza ferie in questa estate maledetta, siamo fortemente preoccupati. Non ci basterà sanificare gli ambienti, con personale insufficiente, non ci basterà abbattere pareti, non ci basterà comprare pc per famiglie non attrezzate culturalmente e senza connessione, o attendere l’arrivo salvifico dei banchi singoli, se va bene nel 2021. E non sarà stato sufficiente l’esserci improvvisarci geometri, con il centimetro in mano per misurare le aule e cercare di accogliere i nostri alunni esuberanti. Sappiamo bene che non sarà possibile farlo per tutti, così come non per tutti è stata e sarà la Didattica a Distanza. Noi dirigenti non possiamo partecipare alla rappresentazione fintamente ottimista che viene offerta della attuale situazione. Perché noi gli alunni li vediamo in faccia e conosciamo bene la loro voglia di tornare ad esserci. Noi non possiamo raccontare bugie, non ce la sentiamo. Lo stesso dicasi per i genitori, per le migliaia di mamme e papà che ogni dirigente scolastico si trova di fronte quotidianamente. Li dovremo affrontare in presenza, con le loro ingenue speranze e con le certezze granitiche sul rientro a scuola, veicolate da una informazione televisiva d’un tratto fintamente attenta al mondo della scuola.

Gentili signori è arrivato il momento di spiegare agli italiani come stanno le cose. Dopo decenni di incuria e di abbandono dell’istruzione pubblica ci ritroviamo ad affrontare una emergenza terribile. A questa emergenza si può solo rispondere con il linguaggio della verità, con la sincerità, con il senso di responsabilità, con parole chiare e limpide, non arrampicandoci sugli specchi. Non possiamo far finta che tutto vada bene, lasciando sulle spalle dei dirigenti scolastici la enorme responsabilità di far tornare gli alunni a scuola, con le strutture che abbiamo e con le conseguenze dei tagli indiscriminati effettuati in questi ultimi decenni. Tagli a cui non porranno certo rimedio le assunzioni annunciate in questi giorni, ovviamente, avranno tempistiche che non permetteranno un inizio regolare dell’anno scolastico. Fra venti giorni, infatti, riapriamo i battenti, dal 1 settembre dovremo infatti “recuperare” gli alunni promossi con le insufficienze e tanti docenti non ci saranno ad accogliere questi studenti. Diciamoci la verità, molti dirigenti non hanno la minima idea di come fare a riaprire le scuole.

Egregio Presidente, Egregi Ministri, Egregio Commissario straordinario, pensiamo che la credibilità di una Nazione e delle persone che la rappresentano, si debba palesare soprattutto in questi momenti, e che il principio di verità debba prepotentemente sostituire considerazioni elettorali e convenienze di ogni tipo.

Con i migliori saluti

Alessandro Turchi

Presidente SOLO DIRIGENTI