Ritorno in classe, l’affondo del virologo Galli: “Altro che banchi, a scuola servono presidi sanitari”

da OrizzonteScuola

Di Andrea Carlino

L’infettivologo Massimo Galli, direttore della Clinica di malattie infettive all’ospedale Sacco di Milano, lancia l’affondo contro i banchi singoli e il suo utilizzo nelle prossime settimane a scuola.

A Timeline, su Sky Tg24, Galli afferma: “Dobbiamo essere capaci di controllare la situazione a scuola. Il distanziamento tra i bambini e anche tra i ragazzi è veramente complesso da realizzare in maniera completa ed efficace. Non credo nei banchi come soluzione, vista anche la nostra miserevole edilizia scolastica e i limitati spazi di cui disponiamo. Credo che si debba, invece, ripristinare dei presidi  sanitari a scuola”.

“Meglio investire su rifare i tetti che in tutti questi banchi”, ragiona. Per l’esperto servono “presidi sanitari”“prendere la  misurazione delle febbre dei ragazzini, avere in mano la scheda  sanitaria dei ragazzini, perché farla costa meno ed è meno faticoso di fare i banchi, per avere la possibilità di seguire le loro condizioni  fisiche. Nei Paesi civili si vaccinano per l’influenza anche i  bambini, ma da noi no, e questo punto andrebbe preso in considerazione
per togliere di mezzo almeno la metà delle sindromi febbrili che i  ragazzi e i bambini hanno nei mesi invernali”.

“Andare a trovare i  medici e gli assistenti sanitari per questa operazione non è impossibile – conclude Galli – e questo potrebbe essere uno strumento  veramente importante, non solo per il discorso del Covid”.

Sul vaccino dice: “L’obbligatorietà è uno strumento per raggiungere l’immunità di gregge, quindi si deve definire in primo luogo quante persone devono essere vaccinate in una popolazione perché tutta la popolazione sia protetta e poi si deve perseguire questo  obiettivo e per perseguirlo può essere necessario imporre  un’obbligatorietà alla vaccinazione. Parlare  oggi di obbligatorietà del vaccino non ha senso compiuto perché il  vaccino non c’è e quando ne avremo un certo numero di dosi le avremo  probabilmente all’inizio contingentate per determinati gruppi di popolazione”.