Azzolina: “La scuola riaprirà ma nei sindacati c’è chi sabota”

da la Repubblica

Concita De Gregorio

ROMA — Lucia Azzolina assicura che le scuole riapriranno dal 1 settembre nonostante «sia in atto un sabotaggio da parte di chi non vuole che ripartano». Un mese fa il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, in sua presenza e di fronte a un piccolo gruppo di giornalisti e commentatori chiamati a Palazzo Chigi a discutere di scuola, aveva parlato di «inaccettabile ricatto del sindacato che minaccia di paralizzare la ripresa scolastica». Alla ripartenza mancano dieci giorni. Quello che serve, dice Azzolina, è che «si prenda a remare tutti nella stessa direzione».

Le scuole riapriranno per tutti, in presenza, anche se i dati del contagio dovessero peggiorare?
«Ad oggi sì. Tutti ci auguriamo che i dati migliorino. Dipende dai comportamenti. E’ una questione di responsabilità: individuale e collettiva. Gli esami di Stato si sono svolti in sicurezza, nessun ragazzo si è ammalato. I nuovi contagi sono avvenuti in vacanza, non a scuola».

Quindi riapertura il 1 settembre per chi deve recuperare e il 14 per tutti. In presenza. Otto milioni di studenti in classe.
«Si, tranne Calabria Puglia e Sardegna che hanno deciso di riaprire dopo le elezioni. Tornare a scuola è fondamentale soprattutto per i ragazzi di famiglie fragili. Non farlo significherebbe lasciarli per strada: le criminalità e le mafie non aspettano altro».

C’è un rapporto sulle “Indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di Covid nelle scuole”. Da 3 a 18 anni. Dice che se c’è un solo caso accertato tutta la classe deve stare in quarantena. La preoccupa?
«Bisogna rispettare le regole. Un metro di distanza. Se non ci sono le condizioni, nel rapporto spazio/numero di studenti, bisognerà usare le mascherine. “In via provvisoria, per garantire l’avvio dell’anno scolastico”, questo dice l’ultimo rapporto del comitato tecnico scientifico. Ne daremo 11 milioni al giorno. Nulla vieta poi che il dirigente scolastico disponga – solo per la secondaria di secondo grado – la didattica a distanza per alcuni gruppi. Non c’è la scuola, ci sono le scuole: ogni situazione è diversa e l’autonomia dei dirigenti molto ampia».

La ricreazione? In classe?
«Dipende dalle situazioni. Scaglionati, con percorsi di entrata e uscita, se c’è lo spazio. Tutto si può fare nel rispetto del distanziamento».

Se i ragazzi – minori – stanno a casa, in quarantena, dovrà stare qualcuno con loro. Avete pensato a nuove misure a sostegno delle famiglie? Le donne, che spesso guadagnano meno anche per via delle disparità salariali, sono più facilmente indotte a restare a casa.
«Proprio di questo ho discusso ieri con alcuni colleghi di governo. Mi piacerebbe che si studiassero modi per incentivare la funzione di cura da parte degli uomini, la turnazione».

Come?
«Ci stiamo lavorando. Le donne sono state le più penalizzate, anche nel lockdown, e siamo tutti d’accordo che non possa passare dall’emergenza il ritorno a vecchi schemi, la retorica degli angeli del focolare».

Si è parlato tantissimo di banchi con le ruote. Sono indispensabili alla ripresa della scuola?
«Si parla moltissimo a sproposito. La disinformazione è capillare e temo, strumentale a seminare incertezze e paure. Abbiamo comprato due milioni di banchi tradizionali e 450mila con le ruote su precisa richiesta dei dirigenti. Il commissario Arcuri ha curato la gara: sono stati stanziati 300 milioni. No, non sono indispensabili. Sono molto migliorativi, però: sono più piccoli, funzionali, moderni. Favoriscono la didattica di gruppo, non frontale. Non ci trovi sotto il chewingum di tuo nonno. Arredi nuovi inducono a prendersene cura, come sempre si dovrebbe».

Parliamo delle “forze che remano contro”, i “sabotatori”. Chi sono?
«Ho collaborato io stessa con un sindacato della scuola fino al 2017. Non c’è dubbio però che in questo ruolo mi sia trovata di fronte a una resistenza strenua al rinnovamento. Non è un mistero che i sindacati siano contrari al concorso con prova selettiva: vorrebbero stabilizzare i precari, immissione in ruolo per soli titoli. Ma sa la sorpresa qual è? Per 80 mila posti sono arrivate in totale 570mila domande. Di queste solo 64 mila sono di docenti con almeno 36 mesi di servizio. Le altre 506 mila sono di neolaureati o giovani docenti. I precari hanno diritti acquisiti, ma i giovani hanno diritto di accesso. I concorsi sono indispensabili. Formazione del personale e digitalizzazione passano anche dall’immissione di energie nuove nella scuola».

Sono già certe le date dei concorsi?
“La prima settimana di ottobre lo straordinario, con una sola prova. A seguire l’ordinario, con la prima prova preselettiva, visto il numero di domande».

C’è dunque accordo con le forze sindacali?
«Le istanze in campo sono moltissime, tutte legittime, e la volontà di accoglierle, fin dove possibile, assoluta. Ciò che non è ammissibile sono atteggiamenti che mirano a conservare potere e rendite di posizione nell’interesse non di tutti ma di alcuni. Molti dirigenti scolastici mi raccontano di diffide che ricevono in questi giorni, poi le minacce di sciopero, di richieste in massa di aspettativa: viviamo un momento in cui come mai prima dobbiamo collaborare. Io sono dalla parte della scuola. Vorrei tornarci avendo fatto il possibile per migliorare quel che ho trovato».

Dice questo perché pensa al rimpasto di governo? Il suo ministero sembra molto ambito.
«Non me ne occupo, glielo assicuro. Solo, vedo dalle foto, sono sempre donne le rimpastabili. Mi sbaglio?».

Lei è oggetto di critiche molto pesanti, anche personali.
«Quando dicono che sono impreparata non me ne curo. Ho due lauree, ho insegnato molti anni, amo il mio lavoro e ci voglio tornare. Quando parlano del rossetto o delle unghie penso che viviamo una società profondamente sessista. Anche per questo che la scuola è un investimento fondamentale. È a scuola che si impara a stare insieme nel rispetto. Storia diritto matematica letteratura, ma prima di tutto dialogo e rispetto».