De Micheli media sui trasporti ma è fumata nera con le Regioni

da Il Sole 24 Ore

di Manuela Perrone, Claudio Tucci

Per attenuare il rischio caos nel trasporto pubblico alla riapertura delle scuole il governo potrebbe introdurre nuove eccezioni alle regole su mascherine e distanziamento di un metro, al momento vigenti, come da indicazioni del Comitato tecnico scientifico. A proporre un limitato “ammorbidimento” delle linee guida sanitarie, con l’obiettivo di incrementare la capienza in condizioni di sicurezza sui mezzi in vista della ripresa in presenza delle lezioni e di andare incontro alle richieste delle regioni, è stata ieri la ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, che alle 11 insieme ai colleghi Roberto Speranza (Salute) e Lucia Azzolina (Istruzione), ha partecipato al confronto con i governatori convocato dal ministro degli Affari regionali Francesco Boccia. Che ha precisato: «Abbiamo il dovere di dare a famiglie e scuole la garanzia di ricominciarenella massima sicurezza. Per questo il coordinamento con regioni ed enti locali sarà permanente fino all’avvio dell’anno scolastico».

Ai presidenti, che stamane si riuniranno per la Conferenza delle regioni presieduta da Stefano Bonaccini (Emilia Romagna), Boccia ha proposto di adottare le indicazioni dell’Iss per gestire eventuali casi di Covid-19 nelle scuole. Ma il vero nodo restano i trasporti. Secondo i territori, in pressing da giorni, il rispetto delle attuali limitazioni dettate per arginare il coronavirus porterà a far viaggiare i mezzi al 50-60% di capienza, rendendo impossibile garantire il regolare servizio alle scuole. L’obiettivo di una fetta del governo è quello di far salire questa percentuale almeno al 70-80%. Come? De Micheli ha avanzato alcune proposte sul trasporto pubblico locale: definizione più ampia sia del concetto dei congiunti, per includere anche compagni di classe e colleghi di lavoro, sia dei tempi di permanenza a bordo (oggi 15 minuti) per derogare al distanziamento di un metro, certificazione dei sistemi di aerazione e filtraggio dei mezzi, obbligo di mascherina chirurgica e differenziazione degli orari per diluire i flussi di passeggeri. Non solo. Per le percorrenze più lunghe, la ministra ha suggerito anche l’adozione a bordo dei mezzi di separatori morbidi coerenti con le prescrizioni di sicurezza e la differenziazione degli orari di apertura e chiusura delle scuole. Un punto, quello dello scaglionamento di ingressi e uscite, condiviso anche dagli scienziati pubblici (con due blocchi orari nella fascia 7.30-9.30, in particolare per le superiori) come utile a decongestionare i trasporti.

Dopo lo stanziamento di 400 milioni a sostegno del Tpl, a cui ci si affida sopra i 14 anni, nel decreto Agosto, De Micheli ha garantito inoltre che sosterrà la richiesta di ulteriori stanziamenti in autunno. E ha ricordato anche la possibilità per le regioni di utilizzare mezzi privati aggiuntivi per il trasporto pubblico, attraverso il ricorso all’articolo 1 del Dl Semplificazioni che consente di bandire gare veloci sotto soglia europea. Le proposte della ministra sono state inviate al vaglio dei tecnici del Cts, che si sono riuniti ieri pomeriggio, e sarebbero disposti ad allentare alcune maglie.

Anche perché le regioni, e tutte le famiglie e gli studenti, a una manciata di giorni dall’avvio delle lezioni, chiedono certezze sui trasporti, ma anche su organici e spazi. «Sono temi centrali per la ripresa in sicurezza delle attività scolastiche rispetto ai quali – ha sottolineato Bonaccini – chiediamo un impegno forte del governo, stante l’attuale situazione di straordinarietà». Sul piede di guerra sono soprattutto i presidenti di centrodestra, all’unisono con i leader secondo cui «i cittadini non meritano un pasticcio del genere» (Salvini) e il governo «brancola nel buio» (Meloni). «Si emettano linee guida sui mezzi pubblici coerenti con il mondo reale», ha tuonato Giovanni Toti (Liguria), aggiungendo anche a nome di molti colleghi il «no all’obbligo della mascherina in classe». Per il leghista Attilio Fontana (Lombardia) bisogna «cambiare modello: ingressi scaglionati combinati alla didattica a distanza».

Sul fronte degli organici aggiuntivi, a tempo determinato, ha risposto alle domande dei governatori la ministra Azzolina, annunciando come, tra decreti Rilancio e Agosto, si potranno avere oltre 70mila unità di organico in più tra docenti e personale tecnico amministrativo (Ata). Al momento, la situazione di difficoltà per via degli spazi riguarderebbe circa 140mila studenti, che con le regole sanitarie previste non troverebbero posto nelle aule. Per loro si cercano spazi aggiuntivi, in concerto con gli enti locali. In attesa di spazi e nuovi banchi, i presidi si stanno arrangiando, ricorrendo a turnazioni e a didattica a distanza (al momento ammessa dal ministero solo per le superiori).