Sui trasporti capienza al 75%: verso l’intesa Governo-Regioni

da Il Sole 24 Ore

di Barbara Gobbi e Claudio Tucci

Separatori mobili usa e getta sugli autobus. Distributori di gel a bordo. Mascherine sempre ben indossate. Mobility manager attivi in tutte le città metropolitane. Regioni protagoniste nella differenziazione di orari e corse.

Con queste “condizioni” il Comitato tecnico scientifico apre a un ampliamento della capienza massima sui mezzi del Tlp, fino ad arrivare a un 70-75%, dal 50-60% concesso inizialmente. Dopo il braccio di ferro dei giorni scorsi, e accogliendo in larga parte le richieste delle Regioni, fatte proprie dalla ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, oggi in Conferenza unificata, allargata ai sindaci, si potrebbero mettere alcuni punti fermi anche in tema di trasporto pubblico.

«Compatibilmente e nel rispetto delle indicazioni già fissate a livello internazionale sulla prevenzione dei contagi da Covid-19 – ha sottolineato al Sole24Ore il coordinatore del Cts, Agostino Miozzo – oggi un accordo è possibile».

Il nodo “bollente” dei trasporti in vista della riaperture delle scuole va dunque verso una prima soluzione. Non si tratta solo della partita risorse, con gli enti locali che battono cassa per ulteriori fondi oltre ai 400 milioni stanziati dal decreto Agosto, ma di fissare regole compatibili per una organizzazione «realistica», incalzano i governatori di centro-destra in prima linea, del transito degli alunni da casa a scuola.

Ieri il presidente di Asstra, l’associazione che raggruppa i trasporti pubblici locali, Andrea Gibelli lo ha detto chiaramente: nelle ore di punta, il 25-35% degli studenti rischia di rimanere a piedi, se la domanda cresce all’85% (nell’ora di punta) e la capienza massima resta al 50/60% (le aziende di trasporto si stanno preparando, ma chiedono regole, visto che serve tempo per l’acquisto di nuovi mezzi, mentre viene sollecitata una rimodulazione e differenziazione degli orari in città e nei territori).

«Nella riapertura delle scuole – ha aggiunto Miozzo – distanziamento, uso delle mascherine, igiene rimangono fondamentali come prevede anche la comunità scientifica. Noi – ha chiarito – abbiamo adottato il parametro del metro e su quello abbiamo dato l’impostazione su tutto. Quanto allo scuolabus, se lo si vuole riempire deve essere ben predisposto un tempo al massimo di 15 minuti per il contatto stretto».

Una decisione, a questo punto, proverà a conciliare politica e scienza: se ci sarà “fumata bianca” il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti è pronto a diramare le linee guida sul Tlp.

Tutti d’accordo, già ieri, invece, sulle misure sanitarie. «Le Regioni hanno solo chiesto – ha spiegato il presidente del Molise, Danilo Toma – che nei servizi educativi per l’infanzia la didattica possa svolgersi a gruppi stabili, rimettendo ai singoli istituti la valutazione sulla loro dimensione. E abbiamo presentato una raccomandazione sulla didattica a distanza per classi e per plesso nel caso in cui si dovessero verificare cluster che ne impongano la riattivazione».

Sul piano sanitario restano da chiarire due nodi: se i docenti, in quarantena, possono lavorare a distanza e – tema scottante – l’iter di certificazione da parte di medici e pediatri per il rientro di ragazzi e staff a scuola, dopo un sospetto o l’eventuale conferma di un caso di Covid.

Dal canto suo la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, ha confermato i 2,9 miliardi per la riapertura e l’arrivo di oltre 75mila tra docenti e Ata in più, a termine.

L’opposizione è andata all’attacco, con Salvini che ha annunciato una mozione di sfiducia per la ministra Azzolina. Duro anche il governatore della Campania, Vincenzo De Luca (Pd), che ha detto: «Nelle condizioni attuali non è possibile aprire le scuole».