Cattedre vuote, le scuole del Nord si salveranno con gli insegnanti del Sud

da la Repubblica

E ora le scuole del Nord non possono che sperare negli insegnanti del Sud. L’ultima spiaggia per questa tornata di cattedre in ruolo si chiama “chiamata veloce”: dopo le immissioni in ruolo, che si sono chiuse entro il 28 agosto, è partita la nuova procedura che consente a chi è in graduatoria, ma non ha trovato posto nella provincia o regione di residenza, di poter presentare domanda in un’altra regione. Ovvero soprattutto al Nord, dove ci sono i posti.

Col sogno di una cattedra a tempo indeterminato si sposteranno i docenti? La nuova procedura prevista dal decreto scuola, approvato a dicembre in Parlamento, aveva come obiettivo proprio quello di coprire il più possibile le cattedre vacanti. Ma i sindacati e i dirigenti della scuola sono scettici, anche perchè – e anche questa è una novità – sul posto dovranno rimanere almeno cinque anni per garantire la continuità didattica.

Le domande potranno essere effettuate fino alle ore 23.59 del 2 settembre. Se saranno molte si assisterà a un flusso migratorio di migliaia di docenti in tutta Italia. Di nuovo, docenti con la valigia in mano che faranno poi fatica a rientrare.
Il paradosso è che se si fosse arrivati in tempo coi concorsi (quello straordinario per docenti delle medie e superiori sarà a ottobre) i precari si sarebbero stabilizzati e non ci sarebbe stato bisogno di rimettere in gioco i posti da fuori regione.

In Lombardia sono rimaste scoperte oltre 4.300 cattedre sul sostegno, nel Lazio sono stati trovati solo un quarto dei docenti, in Piemonte solo due su 2800 per il sostegno. In Emilia Romagna sono vacanti 4.986 posti, comuni e su sostegno, alle medie e superiori. Con numeri record in alcune materie: italiano, storia e geografia (563) e matematica (485) alle medie; lettere (274), informatica (148), matematica (142), inglese (132), scienze motorie (120) alle superiori. “La call veloce? Dovranno decidere in tre giorni per un posto in cui dovranno rimanere per cinque anni: non ci attendiamo molto da questo sistema”, scuote la testa Monica Ottaviani, segretaria della Flc-Cgil Emilia Romagna. Scuote la testa Monica Barbolini della Cisl scuola: “Mai vista una cosa così, siamo molto preoccupati”.

Quest’anno il Mef ha autorizzato 84.808 posti, la previsione è che non saranno coperti più del 35-30%. Significa quasi 60mila cattedre che andranno a supplenza. Di qui la chiamata veloce. Si spera ora nei trasferimenti.
Ma anche il Sud si lamenta. In Puglia, dei 3.700 posti di ruolo ne sono rimasti vacanti 789. “Quello che prevedevamo è accaduto – dichiara Gianni Verga, segretario generale della uil Scuola – Mentre la Puglia e il Sud in generale piangono posti di lavoro, questi si consegnano alla cosiddetta “call veloce” ovvero la possibilità che docenti precari di altre regioni vengano nella nostra terra subendo anch’essi un danno economico. Un paradosso inaccettabile, in particolare in questo momento storico”.