Scuola, al via la call veloce In arrivo altri 5-6mila docenti

da Il Sole 24 Ore

di Claudio Tucci

La risposta del ministero dell’Istruzione all’allarme cattedre vuote, specie al Nord e sul sostegno, è arrivata a stretto giro. Lucia Azzolina ha dato il via alla “chiamata veloce” dei docenti, la nuova procedura, prevista dal decreto Scuola, su input proprio della titolare del dicastero di Viale Trastevere, che consente a chi è in graduatoria, ma non ha ottenuto l’immissione in ruolo con la normale tornata di assunzioni, di poter presentare domanda in un’altra regione dove ci sono posti disponibili e così ottenere la prima cattedra a tempo indeterminato.

Le domande potranno essere effettuate fino alle ore 23.59 di domani, 2 settembre. L’apertura della procedura è slittata di alcune ore per consentire al ministero di poter scaricare tutti i dati dei posti rimasti disponibili dai singoli Uffici scolastici regionali (oltre 50mila, si veda Sole24Ore di ieri) in modo da metterli a disposizione dei docenti che aspirano al ruolo. Da venerdì è possibile presentare l’istanza «e già si registra l’afflusso di utenti sul sistema», hanno detto dal ministero dell’Istruzione. Subito dopo l’assegnazione dei posti con la “chiamata veloce” si procederà con le nomine dei supplenti, che quest’anno si attesteranno a oltre 200mila unità (250mila, se si considerano le cattedre temporanee in più che il governo è intenzionato a mettere in campo, dopo che, nei decreti Rilancio e Agosto, sono stati stanziati, complessivamente, circa 2 miliardi di euro – ai 50mila prof a termine si aggiungeranno altri 20mila profili Ata, sempre con rapporto a tempo determinato).

Secondo stime sindacali, con la “call veloce” potranno essere assunti stabilmente altri 5/6mila docenti, provenienti essenzialmente dal Sud (per chi si sposta ed entra in ruolo scatta l’obbligo di restare 5 anni nella stessa scuola).

A ottobre, hanno confermato dall’Istruzione, partiranno i concorsi a cattedre per circa 80mila posti, slittati in autunno, dopo un lungo braccio di ferro politico all’interno della maggioranza (Azzolina era contraria al rinvio). I primi 16mila dei 32mila che saranno assunti a settembre 2021 dalla selezione straordinaria (riservata ai precari “storici” con almeno 36 mesi di servizio alle spalle – hanno presentato domanda oltre 64mila candidati) avranno la retrodatazione giuridica a settembre 2020.

Da oggi, intanto, partirà il recupero degli apprendimenti, in alcuni casi in presenza, in altri, per il secondo grado, a distanza, a seconda dell’autonoma scelta delle singole scuole (dal 1° al 14 settembre i corsi di recupero rientrano nell’attività ordinaria; dopo potranno essere retribuiti).

Ieri intanto si è definito, almeno a livello politico, con gli enti locali, il nodo trasporti, con la capienza dei mezzi, utilizzati anche dagli studenti, che salirà all’80%. Alcune regioni sembrano, però, rimettere in discussione l’avvio delle lezioni, fissato al 14 settembre. Al momento, hanno previsto di ripartire dopo tale data tre regioni, Puglia, Calabria (entrambe il 24) e la Sardegna (il 22 settembre), per scavallare il referendum. È notizia di ieri che la Basilicata vorrebbe far slittare la riapertura dal 14 al 24 settembre, visti i tanti nodi ancora aperti. Anche la Campania (a oggi 14 settembre) potrebbe ripensarci, e spostare la data più in la: nei giorni scorsi il governatore, Vincenzo De Luca, è stato chiaro: «Nelle condizioni attuali la scuola non può riaprire».