Intesa sui trasporti, le scuole possono riaprire

da Il Sole 24 Ore

di Eugenio Bruno

Per la scuola è il momento della prova generale. Migliaia di studenti torneranno oggi in classe per le attività di recupero delle insufficienze accumulate nei mesi scorsi. Mentre altrettanti lo faranno solo virtualmente perché i loro istituti per ora preferiscono limitarsi alla didattica a distanza. In attesa della “prima” vera e propria che resta in calendario per il 14 settembre (anche se l’Abruzzo l’ha appena rinviata al 24 e altrettanto stanno per fare Basilicata e Campania). Riuscirci e riaprire le scuole in sicurezza è una «priorità massima» dell’intero governo, come ha ricordato ieri il premier Giuseppe Conte. Parole seguite, in serata, dall’intesa siglata in Conferenza unificata sulle linee guida per i trasporti: i mezzi – siano essi bus, metro o pulmini – potranno essere pieni all’80 per cento, con una maggiore riduzione dei posti in piedi rispetto a quelli seduti. Come chiesto dai governatori e accettato dal Comitato tecnico scientifico (Cts) del ministero della Salute.

Un lieto fine a cui ha contribuito anche la promessa del governo di riconoscere – tra emendamenti al Dl Agosto e prossima legge di bilancio – un ulteriore indennizzo di 150 milioni ai comuni e 400 al regioni (metà subito e il resto a consuntivo in base alle entrate dei biglietti e alle spese per i servizi sostitutivi). «Quando tutti i soggetti che hanno responsabilità su questi temi si impegnano in modo unitario i problemi si risolvono», ha commentato il ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia. Modifiche accolte con soddisfazione anche dall’Anci e dall’Upi, che in una nota hanno però posto di nuovo l’attenzione sul tema degli spazi che mancano e degli affitti che le scuole devono stipulare per risolvere il problema: «Il fabbisogno complessivo espresso ammonterebbe a circa 300 milioni mentre al momento la copertura risulta essere solo di 70 milioni».

Chi tornerà a scuola già oggi dovrà farlo in base alle stesse regole che si applicheranno il 14. Misurando la temperatura a casa e astenendosi dal presentarsi con più di 37,5 di febbre. Obbligatorio resta anche l’uso della mascherina. Solo una volta seduti al banco e in presenza di un metro di distanza (due dalla cattedra) lo studente potrà abbassarla. In base alle indicazioni che il Cts ha fornito a inizio agosto e che avrebbe ribadito anche nelle ultime ore.

Di scuola e di pandemia ha parlato anche l’Organizzazione mondiale della sanità in un summit che ha visto la partecipazione di 53 paesi. In una dichiarazione congiunta del direttore regionale per l’Europa, Hans Kluge e del ministro della Salute, Roberto Speranza, sono state individuate quattro misure chiave la riduzione del rischio negli ambienti scolastici: dalle norme di igiene base, al distanziamento, a politiche specifiche per bambini a rischio con esigenze di apprendimento o condizioni di salute speciali, nonché per docenti con condizioni di salute che li rendono vulnerabili a infezioni più gravi. Promossa anche la didattica online in particolari situazioni.

Proprio i lavoratori fragili (dell’istruzione ma non solo) dovrebbero essere i destinatari di una circolare che il ministero della Salute sta mettendo a punto e che dovrebbe prevedere la certificazione dell’Inail per evitare una fuga di massa dei docenti capace di compromettere la riapertura.

In vista di quell’appuntamento la ministra Azzolina ha voluto rivolgere un appello al personale scolastico. Nel ricordare il carattere eccezionale della pandemia l’esponente pentastellata ha rivendicato il lavoro svolto fin qui («Non ci siamo fermati mai») e ha richiamato tutti gli attori coinvolti «alla responsabilità storica grande» che li attende. Mettendo ancora una volta nel mirino le classi pollaio: «Vanno eliminate», anche grazie