Quei docenti fragili che possono rendere fragile la scuola

da Tuttoscuola

Di tegola in tegola o, se preferite, di problema in problema il percorso verso la riapertura delle scuole in sicurezza è diventato un vero percorso ad ostacoli. Sulla strada accidentata della riapertura delle scuole incombe ora la questione del personale “fragile”, ultimo (forse) in ordine di tempo dei tanti ostacoli da superare per assicurare in qualche modo una partenza di normalità alle lezioni in presenza. Per il momento non ci sono dati certi, ma soltanto un allarme che sa piuttosto di allarmismo.

In una scheda tecnica, puntuale e dettagliata, la Cisl scuola ha illustrato la normativa sui lavoratori fragili, indicandone natura, limiti e tutele. Prima di essere tecnica, la questione dei docenti fragili è gestionale e organizzativa con possibili conseguenze di tenuta del sistema.

Il personale con oltre 55 anni di età fa parte virtualmente dei docenti fragili, perché proprio sulla base dell’età, se coesistono condizioni di rischio derivanti da immunodepressione, da esiti di patologie oncologiche o dallo svolgimento di terapie salvavita o, comunque, da comorbilità, essi vengono maggiormente esposti al rischio di contagio da virus SARS-CoV-2.

La scuola può assorbire una assenza molto contenuta di docenti certificati a rischio (due-tre unità al massimo per istituzione scolastica), ma se fossero di più, il ricorso ad altri supplenti, oltre a quelli che verranno assunti in organico aggiuntivo per fronteggiare l’emergenza, potrebbe creare enormi difficoltà alle scuole, con compromissione del servizio e della continuità didattica.  E, come si sa, gli over 55 nella scuola non sono pochi. Due anni fa, secondo i dati ufficiali del Ministero riportati sul portale dati, tra i docenti di ruolo erano complessivamente il 40,8%, di cui il 49,0% tra gli uomini e il 39,1% tra le donne. Nella secondaria superiore erano il 47,5%, di cui il 52,5% tra gli uomini e il 44,8%. Anche nella secondaria di I grado tra gli over 55 (media complessiva del 40,8%) la percentuale maggiore (44,5%) si trovava tra gli uomini, mentre le donne sfioravano il 40%.
Nella scuola primaria la media generale di docenti over 55 anni era del 35,2%: nella scuola dell’infanzia l’8%.
Tra il personale ATA delle scuole statali la media di età è ancora più alta: 57,2%, di cui il 59,2% tra gli uomini e il 56,3%.

Come si può rilevare, il potenziale di rischio è virtualmente alto, ma è augurabile che non abbia ricadute sul sistema rendendolo fragile e compromesso.