Tutelare i diritti di chi non si avvale dell’Irc

Tutelare i diritti di chi non si avvale dell’Irc.

L’Uaar scrive ai ministri Azzolina e Speranza

In vista dell’apertura dell’anno scolastico e in considerazione dell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo, l’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (Uaar) ha scritto una lettera ai ministri di Salute e Istruzione per verificare come intendono tutelare i diritti degli studenti che, dalla scuola dell’infanzia alla secondaria di secondo grado, in misura sempre maggiore non intendono subire l’Insegnamento della religione cattolica (Irc).

L’emergenza sanitaria rende infatti non percorribile la già inaccettabile pratica dello “smistamento” in altre classi degli studenti non avvalentisi, spesso posta in essere per ovviare alla mancata attivazione delle attività didattiche alternative all’Irc.

«La normativa è chiara», si legge nella lettera, a firma del segretario, Roberto Grendene: «Non deve essere messa in atto alcuna forma di discriminazione tra chi sceglie l’insegnamento non obbligatorio dell’Irc e chi sceglie di non avvalersene. L’Uaar chiede che fin dal primo giorno di lezione a tutti gli studenti che hanno detto no all’Irc optando per la permanenza nella scuola sia garantito un insegnante, un’attività didattica alternativa e uno spazio sicuro dal punto di vista sanitario. L’anno scolastico 2020/21 non può registrare nessun caso di “smistamento” in altre classi, né tantomeno imporre in alcun modo un insegnamento dottrinale a chi lo rifiuta».

L’auspicio è che vengano presi tutti i provvedimenti necessari, «ricordando che l’Irc è una attività didattica non obbligatoria e che gli insegnanti di religione cattolica frequentano fino a 18 classi diverse: ciò in caso di positività ai test per il coronavirus comporterebbe il blocco di intere scuole per una attività didattica opzionale. Attivare la didattica a distanza e collocare l’Irc in orario extrascolastico sarebbe un provvedimento responsabile».

L’Uaar – che, in attesa che l’Irc sia finalmente abolito, difende i diritti delle famiglie e degli studenti che optano per non avvalervisi e da sempre si batte affinché siano ad essi garantiti i diritti all’istruzione e alla libertà di coscienza, combattendo le discriminazioni infantili che ancora interessano la scuola pubblica – sollecita quindi «un impegno concreto da parte dei Ministeri dell’Istruzione e della Salute per garantire il pieno diritto all’istruzione e la salvaguardia della salute di studenti, docenti e genitori, nel rispetto della laicità delle istituzioni e della libertà di coscienza di coloro che non si avvalgono dell’Irc».