Alunni con disabilità e docenti malati Ecco l’Italia da tutelare

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da La Stampa

Franco Giubilei

L’Italia si scopre fragile sotto la luce sinistra del Covid: alunni con disabilità, docenti dall’età media avanzata e con patologie pregresse, lavoratori con malattie croniche su cui incombe lo spettro del superamento dei 180 giorni d’assenza oltre i quali può scattare la possibilità del licenziamento. Una situazione complessa e composita in cui è coinvolta una moltitudine di cittadini, dai più piccoli agli ultra 55enni. Il nostro excursus comincia dalla scuola, il fronte più caldo di queste settimane, e dalla condizione dei circa 250mila alunni con disabilità, dalle materne alle superiori, che si troveranno ad affrontare una ripartenza ancora più complicata di quella dei loro compagni: già in tempi normali sopportano estenuanti andirivieni di supplenti, spesso non qualificati, ma quest’anno rischiano di veder aumentare i loro disagi, a causa dello stato caotico delle assegnazioni degli insegnanti di sostegno.

Alunni con disabilità

Le difficoltà, per loro e le famiglie, sono cresciute fin dal lockdown, con la didattica a distanza e l’impossibilità di un contatto fisico con i docenti: «Ho una bambina di dieci anni con una sindrome genetica

rara, non autosufficiente, che deve fare la terza elementare – spiega Stella Di Domenico, di Roma – Per questi bambini è già difficile seguire in presenza, figuriamoci attraverso un tablet. Mia figlia nei mesi scorsi ha perso tanto. Quanto alla riapertura, a oggi per loro non è previsto nulla: ci sarà il solito caos degli insegnanti di sostegno che mancano».

Disagi che si incrociano con la presenza persistente del virus e con la necessità di proteggere bambini e ragazzi che avrebbero bisogno di essere seguiti in maniera particolare. E invece il dato del ministero dell’Istruzione fornito da First (Federazione italiana rete sostegno e tutela) e aggiornato a novembre 2019 è di 101mila insegnanti di sostegno in organico di diritto, più altri 74mila posti in deroga, numeri che garantiscono anche per quest’anno la solita giostra dei prof tanto temuta dai genitori. «Se poi gli insegnanti dovessero rifiutarsi di riprendere a lavorare a causa del Covid, ci ritroveremo peggio degli altri anni», aggiunge Di Domenico. Preoccupa anche il tema dei dispositivi di protezione: «Mascherine e visiere vanno messe anche agli alunni disabili, ma per loro è ancora più difficile stare fermi senza togliersele».

I docenti

E poi ci sono loro, gli insegnanti e il personale scolastico ausiliario: nell’ultimo periodo sono girati numeri esorbitanti sui docenti pronti a chiedere l’esonero per i rischi da contagio, 200mila si diceva, ma in realtà le cose starebbero diversamente. «La fragilità dovrà essere attestata dal medico, sarà lui a stabilire se e come si potrà lavorare – dice Alessandro Rapezzi, della segreteria del Sindacato scuola Cgil -. Fare una stima è impossibile, ma i “fragili” potrebbero essere tantissimi e spiego perché: un cardiopatico o un diabetico, fino a ieri, potevano fare il loro mestiere senza problemi, da oggi invece chiederanno al loro medico di base la documentazione sul loro stato di salute e in base a questa il medico del lavoro dell’Asl valuterà se farli stare a casa o lasciarli lavorare, e con quali modalità». Si apre quindi un’altra questione: «Il ministero della Sanità è attrezzato a far fronte a tutto questo?».

I lavoratori

E poi ci sono gli altri lavoratori: impossibile al momento quantificare il loro numero ma, spiegano alla Cgil, a quelli con certificazione 104 – affetti da malattie oncologiche, immunodepressi o in cura con terapie salvavita – si sommano cardiopatici o sofferenti di insufficienza respiratoria, coloro per cui è scattata la “sorveglianza sanitaria speciale”. «Loro sono finiti in un limbo, visto che sono finiti i finanziamenti dello Stato all’Inps – dice Sebastiano Calleri, Cgil -. Corrono il rischio di restare a casa senza stipendio oppure, se superano i 180 giorni di malattia, di essere licenziati per assenza ingiustificata». —