Cantieri in corso – SARS CoV 2

Cantieri in corso – SARS CoV 2

di Bruno Lorenzo Castrovinci

Con l’avvicinarsi della data d’inizio delle lezioni, in un periodo di emergenza, la scuola cambia pelle e si trasforma in un cantiere di lavoro, dove i protagonisti assoluti sono i collaboratori scolastici e gli assistenti tecnici.

Una ripartenza fondata sul lavoro di persone che vivono i propri plessi di appartenenza come propri, una pulizia approfondita dei locali che mette ordine, rinnova, elimina tutto ciò che il tempo ha irrimediabilmente distrutto.

Eh sì! La ripartenza inizia da qui, da tantissimo lavoro umile silenzioso, spesso con amministrazioni comunali che non riescono, per carenze di fondi in bilancio, a sopperire alle numerosissime piccole e medie riparazioni che edifici complessi necessitano nel tempo.

Il collaboratore scolastico, questo soggetto silenzioso, sempre presente, disponibile, che con il tempo diventa parte integrante della sua scuola, la sente propria, la vive e rispetta come se fosse casa sua, pronto a dare il massimo per renderla bella ed accogliente per i bambini e i ragazzi al suono della campana.

Se da un lato il lavoro incessante di queste figure silenziose segna che la scuola sta iniziando, dall’altro l’emergenza impone adeguamenti nell’organizzazione di vasta portata, che impegnano i dirigenti e i loro collaboratori ad un lavoro senza sosta.

Certo i tempi sono cambiati, i gruppi social diventano sempre più comunità di pratica, molti documenti richiesti vengono scritti a più mani, riducendo i tempi di lavoro ed allo stesso tempo istituendo processi condivisi.

E’ la scuola 3.0, con la tecnologia che crea reti virtuali, gruppi di lavoro, che connettono menti in tempo reale, spostando l’asticella dalla stampa specializzata di qualche decennio fa al web, con le sue innumerevoli risorse, ma soprattutto alle comunità di pratica che nei social hanno trovato il loro naturale sviluppo.

Tantissimi gli adempimenti, dall’aggiornamento dei regolamenti d’istituto, al nuovo patto di corresponsabilità, al piano per la didattica digitale integrata, ai protocolli di sicurezza, alla direttiva DSGA specifica e ovviamente agli incarichi da assegnare per far fronte a nuovi e rinnovati organigrammi della sicurezza che comprendono figure come i referenti COVID 19 sia d’istituto che di plesso.

E se il rischio biologico  inevitabilmente ha portato ad un aggiornamento dei DVR, i nuovi piani di emergenza riprogettano gli spazi e i percorsi per garantire i distanziamenti: un metro che salva la vita, che fa sperare nel contenere lo sviluppo di focolai, e intanto i percorsi e le aule si adeguano alle prescrizioni di un Comitato Tecnico Scientifico che mostra agli addetti ai lavori cosa significa dinamicità, con soluzioni che cambiano in poco tempo, si evolvono, trovano nuove strade.

RSPP, figura cardine su cui la riorganizzazione generale fa affidamento, uomini e donne, professionisti che sentono il peso di un’estate rovente, di ore e ore impegnati a progettare e ridisegnare una scuola che vuole ripartire, che a piccoli passi cerca di riprendersi quel tempo che gli appartiene, quel tempo che farà la differenza, un domani, per tutti.

Medico competente, lavoratori fragili, sicuramente psicologicamente provati, l’esito sfavorevole di una visita medico legale, che impone misure preventive al rischio biologico, ovvero l’allontanamento del docente o del collaboratore scolastico dalle attività didattiche in presenza, si rivela un trauma profondo per il malcapitato lavoratore.

Sicuramente fragile nell’anima, il sentirsi inutile, al tramonto, allontanato da ciò che ama, il mondo dei bambini dei ragazzi, contro la sua volontà, crea condizioni psicologiche difficili e anticipa per alcuni la senilità.

Sostegno sì, certo, ma viverlo in prima persona è un dramma che per alcuni molto provati dalla vita diventa una criticità difficile da superare.

A tutto questo si aggiunge la corsa per gli acquisti, con ciò che realmente serve, a volte indisponibile in quanto esaurito, i telefoni diventano roventi, attività negoziali che procedono in una corsa frenetica contro il tempo, sistemi produttivi e di distribuzione che si affannano nel soddisfare in tempo le richieste.

Per queste ultime, se da un lato l’essenziale è gestito a livello centralizzato con container di banchi e sedie che si muovono in lungo e in largo nei luoghi più disparati del territorio Italiano, dall’altro nasce il problema dell’arredo per la scuola dell’infanzia, dei DPI da acquistare per i lavoratori, dei detergenti a base di alcol e candeggina, dei termometri per misurare la temperatura e del minimo di arredo necessario per le aule COVID, dove accogliere i casi sospetti.

Organici, rilevamenti, adempimenti, risorse, queste le parole d’ordine per dirigenti, direttori amministrativi e personale ATA.

Estati roventi, non solo per le temperature eccessive, ma per adempimenti che si sommano a quelli ordinari, tempi ristretti, carichi di lavoro eccessivi, ai quali si aggiungono le irrinunciabili ferie, e allora, chi sostituisce? chi porta avanti il sistema? pochi volontari e i Dirigenti Scolastici, con i propri collaboratori di fiducia.

L’impatto delle ferie estive nelle organizzazioni complesse Italiane è devastante, mi ritorna in mente Sergio Marchionne  quando, appena nominato amministratore delegato alla FIAT, in piena estate trovò uffici completamente deserti, in piena emergenza questo si traduce in un sovraccarico di lavoro per chi resta e soprattutto al rientro.

Intanto in alcune regioni la scuola è già iniziata, tra notti di attesa dei Dirigente e di chi ci ha lavorato, in altre l’inizio è imminente, in altre ancora si aspettano i banchi e le sedie per garantire il distanziamento, nell’attesa obbligatorie le mascherine.

Difficile immaginare un bambino per ore in classe con la mascherina, con i propri compagni che sembrano extraterrestri o scienziati in erba, con sguardi che sostituiscono le parole, con occhi che fanno capolino da una maschera che nasconde la mimica del viso e di conseguenza rende difficile la comunicazione non verbale.

Fra ripartenze e adempimenti, ci sono poi gli innovatori ovvero coloro che hanno colto l’emergenza in atto per innovare e rinnovare sistemi educativi e formativi obsoleti, grazie alle consistenti anche se insufficienti risorse aggiuntive disponibili.

E se la DAD ha implementato in generale le dotazioni informatiche, in alcuni istituti la realtà aumentata entra nelle aule, cosi come la didattica integrata con le aule virtuali e le lezioni sincrone e asincrone, con una riscoperta delle tecnologie didattiche avanzate che rendono fluidi e attuali i processi di apprendimento in quanto usano i linguaggi delle nuove generazioni.

Se da un lato molti istituti fanno passi da gigante, in altri l’analfabetismo digitale del personale docente, mostra i suoi limiti fatti da gruppi WhatsApp mal gestiti e da lezioni in modalità sincrona che sono il surrogato delle lezioni frontali.

Parte e riparte la scuola Italiana, grazie al lavoro di uomini e donne straordinarie che, dagli uffici del ministero fino al più umile collaboratore scolastico, hanno mostrato ancora una volta che la scuola nonostante le criticità e le critiche è un organizzazione in grado di non fermarsi mai nonostante le difficoltà.