Dalla mancanza di docenti alla didattica digitale, dalle gite scolastiche ai controlli: la versione dei presidi

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

Le scuole sono pronte a riaprire ma «a macchia di leopardo. E, seppure le scuole pronte saranno la stragrande maggioranza, anche nel loro caso le attività riprenderanno a scartamento ridotto». Lo afferma Mario Rusconi, presidente dell’Associazione nazionale presidi del Lazio, intervistato da Skuola.net in una diretta web.

Le prime settimane
All’inizio in molte «si faranno poche ore per volta oppure si alterneranno le classi». Soprattutto per la carenza di docenti: «Un fenomeno che la politica pare abbia scoperto in questi giorni ma che affligge la scuola da almeno 15-20 anni. E poi ci sono i cantieri ancora aperti per i lavori di cosiddetta “edilizia leggera”, per allargare gli spazi e garantire il distanziamento».

Posticipare l’apertura
Ma per farlo ci devono essere dei motivi molto validi: «È il consiglio d’istituto che deve produrre una delibera. Se proprio non si riesce ad aprire alla didattica, questo va comunicato al proprietario dei locali per evitare che avvii i vari servizi (scuolabus, mensa e altro)».

Calendario
Per chi partirà in ritardo ci saranno meno vacanze? La fine della scuola sarà posticipata: «Ricordiamo che si devono fare almeno 200 giorni di scuola, se non vengono raggiunti vanno in qualche modo recuperati. Tranne in casi eccezionali, come avvenuto per il lockdown».

Test sierologici, tamponi e controlli
«Quando il ministro della salute Speranza ha detto che i test per il personale scolastico era su base volontaria abbiamo obiettato. Ma comprendiamo che ciò non è stato fatto perché sottoporre 1 milione di persone in breve tempo ai test era praticamente impossibile. Abbiamo però suggerito di allargare, seppur a campione, i controlli ai ragazzi di terza, quarta e quinta superiore».

Mascherine, obbligatorie o no?
«Le mascherine vanno adoperate in classe durante le ore di lezione solo se non si mantiene la distanza di 1 metro; altrimenti si adoperano solo quando ci si alza per andare in bagno, per l’intervallo, all’entrata e all’uscita». Cosa succede ai trasgressori? «Se uno studente non usa la mascherina ci saranno sanzioni equilibrate, un richiamo o poco più; nessuna punizione esemplare».

Tipologie di mascherine ammesse
«Il Cts ha raccomandato le mascherine chirurgiche, poi ha aperto a quelle di stoffa (accuratamente lavate); la commissione Arcuri, però, dovrebbe mandare alle scuole solo quelle chirurgiche. Mentre non si potranno usare le mascherine più protettive, le FP2».

Autocertificazione per l’ingresso
«L’autocertificazione sanitaria non si può fare. Se un genitore certifica che il figlio non ha la febbre ma poi ce l’ha cosa succede? Noi ci affidiamo al senso di responsabilità di tutti. Ma, siccome questo non ci dà garanzie assolute, molte scuole si stanno attrezzando autonomamente con termoscanner e quant’altro, pur non essendo obbligatorio».

Gel igienizzanti
Nessuna incombenza a carico delle famiglie: «Il gel è stato già distribuito in tantissime scuole, altre lo hanno comprato autonomamente. Si troverà sul posto. Diverso il discorso per le mascherine: in molte scuole ancora non sono arrivate e si comincerà con quelle portate da casa».

Alunni con sintomi
«Viene predisposta una stanza dove mettere lo studente, si chiamano i genitori per farlo portare a casa; se attraverso il tampone viene fuori che è positivo, si fa il tampone anche ai compagni di classe e ai docenti che sono stati a contatto con la classe nei due giorni precedenti. Se qualcuno di questi è positivo, bisogna fare il tampone a tutti quelli che sono stati a contatto con loro, compresi i genitori. È una specie di domino. Ecco perché la prima cosa è la prevenzione».

Didattica digitale
Alle scuole superiori continuerà: «Prendiamo una classe dove possono entrare distanziati in 20, ma gli alunni sono 25; o si fa mettere la mascherina a tutti per tutto il giorno oppure, se non si può, si fanno entrare gli studenti fino alla capienza massima e gli altri, a rotazione, si fanno stare a casa e collegare a distanza. Questo apre il tema di predisporre dotazioni tecnologiche, non comuni nelle scuole ma su cui le scuole si stanno già attrezzando».

Gite scolastiche
«Secondo me non sarà più possibile farle. E’ un sacrificio, ma con i sacrifici si cresce».

Pcto (ex alternanza scuola-lavoro)
Il ministero ha detto che i Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento si faranno. Ma secondo il rappresentante dei presidi: «Non sarà facile trovare i soggetti ospitanti. C’è un problema penale: se uno studente si contagia qualcuno potrebbe dire che la colpa è della scuola o dell’azienda che lo ospita. Probabilmente verranno fatti a distanza, sulla falsariga di quanto è avvenuto per la didattica digitale».

Assemblee d’istituto
“Non si faranno più o si faranno solamente in call. Oppure dovranno essere mantenute le distanze. E’ uno di quei momenti di aggregazione – come il bacio o l’abbraccio all’entrata e all’uscita o l’intervallo – che dobbiamo pensare come parte del passato e di un prossimo futuro ma non del presente».