Studenti divisi sul ritorno in aula Per il 52% è ancora troppo presto

da la Repubblica

Luigi Ceccarini

Studenti perplessi sull’avvio dell’anno scolastico. In questo modo è possibile sintetizzare i dati dell’Osservatorio sul Capitale Sociale di Demos dedicato alla scuola al tempo del Covid. La ripresa delle lezioni è stata accompagnata nei mesi scorsi da continue polemiche di tipo politico intorno alle quali si è poi concentrato il dibattito pubblico di questi ultimi giorni. Ma i cittadini in generale, le famiglie con studenti e gli studenti stessi hanno ormai maturato le loro opinioni sulla ripresa. I risultati mettono in evidenza l’apprezzamento dello sforzo fatto dalle loro scuole durante l’emergenza e in vista della riapertura. Ma restano i più scettici sulle condizioni stesse dell’avvio dell’anno scolastico. Due italiani sue tre, senza distinzioni tra studenti, famiglie e cittadini, danno alle scuole un voto in pagella pari o superiore a 6 (su 10) per come è stata gestita la crisi pandemica e il passaggio verso la didattica mista che ha caratterizzato l’insegnamento del secondo quadrimestre. Lo sforzo da parte di dirigenti scolastici e docenti, colti di sorpresa dal virus, come alunni e famiglie, è stato in una certa misura riconosciuto da tutti: studenti, genitori e italiani. Ma quando si chiede se vi siano le condizioni per la riapertura, oltre la metà degli alunni (52%) dice no. Mentre si ferma al 38% il dato complessivo dei cittadini con la stessa opinione. La crisi pandemica ha fatto apprezzare – soprattutto agli studenti – una nuova modalità di insegnamento: la DAD (didattica a distanza). La maggior parte, sette su dieci (71%), pensa alla ripresa con una didattica mista, cioè, un po’ in classe e un po’ online (quasi il doppio degli italiani: 37%). Solo una minoranza dei giovani, pari al 13%, propende per tutte le lezioni in classe. Al tempo stesso, sempre una minoranza (15%) vede la sola DAD come la soluzione. Stare in classe con i compagni evidentemente piace. Anche confrontarsi con i docenti piace. Oggi, forse più che in passato. Questa consapevolezza è diffusa tra gli studenti italiani. Tuttavia, i limiti della scuola restano. Il Covid li ha amplificati. Gli studenti, più degli altri, denunciano non solo la mancanza di risorse, ma anche il problema dell’arretratezza dei programmi, dell’insicurezza degli edifici o della dotazione tecnologica per la didattica. Gli studenti sono i primi ad esprimere una domanda di modernizzazione, ma continuano a mostrare fiducia nella scuola (60%), più degli italiani nel complesso (54%).