La scuola alla prova più dura Conte: «Bisogna avere fiducia»

da Corriere della sera

Valentina Santarpia

«Sarebbe una bugia dire che sarà tutto meglio di prima, potranno esserci delle difficoltà», ammette il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ma «quest’anno si ritorna a scuola con fiducia, con una didattica in presenza» e «se ci sarà la quarantena sarà limitata». Mentre 8 mila presidi, 900 mila professori e 240 mila collaboratori scolastici stanno lavorando senza sosta per far ripartire la scuola lunedì, il premier vuole ancora una volta ribadire che anche se ci «sarà qualche cambiamento e regole nuove», il «rientro sarà in piena sicurezza». E per dimostrare che lui e il governo sono in prima linea vicini al mondo scolastico per sostenerlo e aiutarlo oggi Conte manderà un messaggio a «studenti, genitori, insegnanti, dirigenti scolastici e personale» da un social network, Instagram.

Questo non esclude che il riunirsi di dieci milioni di persone non potrà far aumentare il rischio di contagio. Lo dice anche una stima contenuta nei documenti allegati ai verbali del Comitato tecnico-scientifico che già alla fine di aprile aveva analizzato i diversi scenari in vista dell’inizio della fase 2, ai primi di maggio: con la riapertura delle scuole l’indice di diffusione del Covid-19 potrebbe salire di circa lo 0,4. Le stime sono state elaborate dall’Inail sui dati dell’Istituto superiore di sanità e della fondazione Bruno Kessler e riportati nel verbale del 22 aprile scorso. I tecnici consigliavano di adottare un «approccio progressivo nelle misure di riapertura», ribadendo la necessità dell’utilizzo delle mascherine, del distanziamento e del divieto di assembramento. E sono proprio le misure che le scuole stanno adottando perché il rischio si abbassi.

Ci sono ancora regioni, città, istituti, dove la situazione è più complessa, ma chi è sul territorio è pronto ad affrontarla. «Io ho massimo rispetto per le ansie dei genitori — ha detto il governatore del Veneto Luca Zaia —. Capisco le loro ansie. Lo sappiamo, non sarà una passeggiata: inizia una nuova fase, molto complicata, di convivenza con il virus. Ma non ci sarà un altro lockdown». Vincenzo De Luca, presidente della Campania che ha posticipato di una settimana la riapertura, è un po’ più preoccupato: «Partenza il 24 settembre? Non so, non sappiamo quanti banchi siano arrivati ad oggi né quanti siano i docenti». In Lombardia, secondo la senatrice di Forza Italia Anna Maria Bernini, «ci sono ancora trentamila cattedre scoperte, ma dappertutto arrivano segnalazioni allarmate per la mancanza di banchi, aule e insegnanti». Il ministro degli Esteri Luigi di Maio interviene: «L’autonomia regionale è sacrosanta. Ma mi fido del premier e della ministra dell’Istruzione: posso dire che non esisteva un manuale di istruzioni per ricominciare con la scuola, lo abbiamo scritto da zero e se ci saranno delle criticità le metteremo a posto». Ma con l’allerta probabilmente bisognerà imparare a conviverci: ieri 25 bambini di una scuola materna di Porto Mantovano sono stati messi in isolamento domiciliare perché sei di loro hanno accusato sintomi influenzali: l’isolamento durerà almeno fino a lunedì, quando arriverà l’esito dei tamponi.