Le scuole riaprono con il doppio rebus tamponi e banchi

da Il Sole 24 Ore

di Eugenio Bruno e Claudio Tucci

L’Alto Adige ha già riaperto le scuole. E ieri lo hanno seguito le altre Regioni italiane. Tranne il Friuli Venezia Giulia, dove la prima campanella suonerà il 16, e i territori che hanno deciso di scavallare l’election day del 20 e 21 settembre: la Sardegna, che ha optato, per il 22; la Basilicata, la Calabria, la Campania e la Puglia, che hanno scelto il 24. Già questa divergenza di date la dice lunga su quanto sia stato complicato organizzare il rientro in classe di 8 milioni di studenti italiani dopo 6 mesi di chiusura, tra lockdown e vacanze. Perché se è vero che il calendario scolastico è sempre stato di competenza regionale stavolta, vista l’emergenza, ci si era orientati su una data unica. E quasi tutti i governatori l’avevano accettata. Fino alle retromarce degli ultimi giorni. Ma se l’inzio delle lezioni è certo, il prosieguo lo è un pò di meno. Complici i rebus che saranno risolti solo dopo la riapertura: dai tamponi per i supplenti (ed eventualmente per gli alunni) ai prof che mancano fino agli spazi esterni da affittare e ai banchi monoposto da consegnare.

I punti fermi (e non)

La certezza principale è che tutte le scuole riapriranno e si presenteranno rinnovate rispetto al 5 marzo quando le attività didattiche in presenza sono state sospese ovunque per la pandemia. Non sono mancate le novità: ingressi e uscite differenziate, orari scaglionati per ordine di scuola o per singola classe, cartelli e indicazioni per il distanziamento, banchi singoli anziché doppi, dispensatori di igienizzanti e mascherine distribuite all’ingresso («Si provvederà a continuare a distribuire 11 milioni di mascherine chirurgiche al giorno, per la totalità degli studenti e del personale docente e non docente, nonché 170.000 litri di gel igienizzante per settimana», ha ricordato il commissario straordinario Domenico Arcuri in una recente lettera ai dirigenti scolastici).

Per accedere all’edificio bisogna avere misurato la febbre a casa (ma alcune scuole si stanno dotando di termoscanner) e non aver più di 37,5 così come non avere sintomatolagia respiratoria o essere stati a contatto con persone in quarantena. Ma proprio la gestione di eventuali quarantene nelle scuole rappresenta uno dei principali punti interrogativi. Pur essendo già stabilito che ogni scuola abbia un responsabile Covid-19 e una procedura di isolamento da seguire se c’è un sospetto di positività in classe, non si può dire in partenza quanti contagi serviranno per disporre la chiusura dell’istituto (verrà deciso dall’Asl). Che non si tratti di un’ipotesi peregrina lo dimostrano i lockdown di singole scuole che si stanno verificando in Francia o Germania. Con un punto fermo però: i genitori di un minore di 14 anni positivo hanno diritto allo smart working o al congedo retribuito.

Degni di nota, tra i punti meno fermi, è innanzitutto la somministrazione volontaria dei test sierologici agli insegnanti (a cui deve seguire obbligatoriamente il tampone entro 48 ore per i positivi) – che in una prima fase ha riguardato solo i prof di ruolo. Mentre per gli studenti , al momento in cui questa Guida è andata in stampa, si stava ragionando di test rapidi per tutti gli alunni in caso di contagio così da limitare le chiusure forzose. In questa sede ci limitiamo a citare il caso dei banchi monoposto. Alcune scuole hanno già risolto, perché l’ente locale proprietario si è mosso per tempo o perché sono già state raggiunte dalla fornitura gestita da Arcuri (2,4 milioni di sedute) ; altre lo saranno entro fine mese (se primarie) o solo a fine ottobre (le superiori del Sud). Ai presidi la scelta di usare le semplici sedie per le lezioni frontali o – per le sole secondarie di II grado – il collegamento via web.

Le novità in arrivo

A rendere speciale l’anno scolastico 2020/21 non c’è però solo la pandemia. Almeno due le novità da segnalare in partenza. Da un lato, l’introduzione dell’educazione civica obbligatoria (inclusa quella ambientale o digitale) per 33 ore annuali nelle scuole di ogni ordine e grado. Dall’altro, il ritorno dei giudizi alle elementari. Ma solo a giugno perché – per una dimenticanza del legislatore – nel primo quadrimestre restano i voti. E anche questa è la scuola italiana.