La partita delle nomine per le cattedre resta la grande sfida

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da Il Sole 24 Ore

di M.Lud.

La scuola riparte, palazzo Chigi sottolinea lo sforzo compiuto in piena emergenza Covid-19. Ma incognite e incertezze, da sempre in prima linea a ogni inizio dell’anno scolastico, stavolta sono e pesano di più. In primis la carenza dei docenti: 100mila, secondo alcune stime, circa 150mila in base al Sole 24 Ore del lunedì. Poi ci sono le variabili imprevedibili dei contagi e della sicurezza sanitaria: per ora, tuttavia, solo pochi casi isolati. La fornitura di mascherine negli istituti scolastici si dimostra finora efficiente. Le procedure di prevenzione, invece, stressano la vita scolastica in ogni classe: si vedrà se la distanza del «metro tra le rime buccali» tra studente e studente sarà efficace, di certo è impossibile rispettarlo al 100 per cento.

A Palazzo Chigi ieri per la scuola si riunisce mezzo governo: oltre al presidente del Consiglio Giuseppe Conte – in mattinata ha accompagnato il figlio Nicolò in una scuola romana vicino piazza Mazzini – ci sono i ministri Lucia Azzolina (Istruzione), Roberto Speranza (Salute), Francesco Boccia (Affari Regionali), il commissario Domenico Arcuri e il capo della Protezione civile Angelo Borrelli. Nel comunicato finale Conte sottolinea come «la scuola è ripartita e le attività scolastiche sono riprese in modo ordinato, nel rispetto delle regole sanitarie». E specifica: «A oggi sono state fornite gratuitamente 136 milioni di mascherine chirurgiche nelle scuole di tutta Italia e 445mila litri di gel igienizzante. Ogni giorno verrà assicurata la distribuzione gratuita di una mascherina chirurgica ad ogni studente. La distribuzione proseguirà con cadenza settimanale». Per la fornitura dei banchi monoposto, aggiunge il comunicato, «in dieci giorni sono stati messi a disposizione 200 mila banchi, pari alla stessa quantità che ordinariamente viene prodotta in Italia in un anno intero. Entro fine ottobre saranno distribuiti agli istituti scolastici 2 milioni di banchi monoposto e 400mila sedute innovative».

I banchi monoposto al momento sono, in base ad alcune stime, il 10% di quelli necessari. A Genova scoppia la polemica per una classe dove gli studenti sono in classe in ginocchio e interviene anche il governatore Toti ma il dirigente scolastico garantisce che da oggi ci saranno i banchi e parla di un equivoco. Resta poi l’incognita delle presenze nel trasporto pubblico così come, davanti agli istituti, c’erano assembramenti evidenti di genitori in attesa all’uscita dei propri figli.

Ma la vera criticità, la più ardua da risolvere perchè annosa e costosa, è quella della carenza dei docenti. Da integrare con l’incertezza della loro presenza in caso di necessità di Dad, l’ormai famosa didattica a distanza, non obbligatoria: potrà diventarlo solo con un’integrazione alla disciplina del contratto. Il rischio, insomma, di carenze nell’insegnamento a distanza, anche gravi, già verificatosi l’anno scorso, può ripetersi.

Ma, soprattutto, al di là delle stime tra i 100mila e i 150mila docenti mancanti, è proprio la partita delle nomine nelle cattedre la grande sfida del ministero dell’Istruzione e dell’efficienza della qualità delle scuole pubbliche. «Abbiamo un turn over di 60-70mila insegnanti da colmare» ricorda Mario Rusconi, numero uno dell’Associazione nazionale presidi del Lazio.

Ma, aggiunge, «dobbiamo terminare i concorsi per i dirigenti amministrativi, il personale Ata, per gli ispttori parliamo di procedure lunghe oltre sette anni». E per gli stessi dirigenti scolastici «le prove sono mnemoniche quando invece si dovrebbe valutare il curriculum di un docente che partecipa a un c0oncorso, le sue esperienze nella scuola ormai sempre più richieste». Il timore è invece che a fronte di un concorso a cattedra con decine se non centinaia di migliaia di concorrenti con le procedure Covid-19 tutto vada a rilento. E le nomine a cattedra continuano a farsi attendere.