I piani di riapertura delle scuole

UNICEF/COVID-19: oggi 872 milioni di studenti – ovvero la metà della popolazione studentesca mondiale – in 51 Paesi non sono ancora in grado di tornare nelle loro aule

  • Almeno 463 milioni di bambini le cui scuole sono state chiuse a causa del COVID-19, non conoscono l’apprendimento a distanza.
  • Studio UNICEF sui piani di riapertura delle scuole di 158 Paesi: 1 paese su 4 non ha fissato una data per permettere ai bambini di tornare in classe.
  • Si prevede che almeno 24 milioni di bambini abbandoneranno la scuola a causa del COVID.
  • Presidente UNICEF Italia Francesco Samengo rilancia la Petizione“Sicuramente scuola. Per una scuola sicura, moderna e inclusiva”.

Dichiarazione di Henrietta Fore, Direttore generale dell’UNICEF, in occasione della presentazione della Guida aggiornata UNESCO-UNICEF-OMS sulle misure di salute pubblica legate alla scuola nel contesto del COVID-19.

16 settembre 2020 – “Al culmine della pandemia di COVID-19, le scuole hanno chiuso i battenti in 192 paesi, mandando a casa 1,6 miliardi di studenti. Oggi, a quasi nove mesi dall’inizio dell’epidemia di coronavirus, 872 milioni di studenti – ovvero la metà della popolazione studentesca mondiale – in 51 Paesi non sono ancora in grado di tornare nelle loro aule. Milioni di questi bambini hanno avuto la fortuna di imparare a distanza – online, attraverso trasmissioni radiofoniche o televisive, o altro.

Tuttavia, i dati dell’UNICEF mostrano che, per almeno 463 milioni di bambini le cui scuole sono state chiuse a causa del COVID-19, non esisteva una cosa come “l’apprendimento a distanza”. Questo perché almeno un terzo degli scolari del mondo non ha potuto accedervi quando a causa del COVID-19 sono state chiuse le loro scuole, anche a causa della mancanza di accesso a internet, di computer o dispositivi mobili. L’enorme numero di bambini la cui istruzione è stata completamente interrotta per mesi non è nient’altro che un’emergenza educativa globale. 

Condivido un altro dato allarmante – e nuovo: l’UNICEF ha recentemente intervistato 158 paesi sui loro piani di riapertura delle scuole e ha scoperto che 1 paese su 4 non ha fissato una data per permettere ai bambini di tornare in classe. 

Sappiamo che la chiusura delle scuole per periodi di tempo prolungati può avere conseguenze devastanti per i bambini. Sono sempre più esposti alla violenza fisica e psicologica. La loro salute mentale ne risente. Sono più vulnerabili al lavoro minorile e agli abusi sessuali e hanno minori probabilità di uscire dal ciclo della povertà.  Per i più emarginati, perdere la scuola – anche se solo per poche settimane – può portare a risultati negativi che durano tutta la vita. Sappiamo che, al di là dell’apprendimento, le scuole forniscono ai bambini servizi vitali per la salute, la vaccinazione e la nutrizione, e un ambiente sicuro e solidale. Questi servizi sono sospesi quando le scuole sono chiuse. E sappiamo anche che più a lungo i bambini rimangono fuori dalla scuola, meno probabilità hanno di ritornarci.Si prevede che almeno 24 milioni di bambini abbandoneranno la scuola a causa del COVID.

Ecco perché esortiamo i governi a dare priorità alla riapertura delle scuole, quando le restrizioni saranno abolite. Li esortiamo a considerare tutte le cose di cui i bambini hanno bisogno – apprendimento, protezione, salute fisica, salute mentale – e a garantire che l’interesse superiore di ogni bambino sia messo al primo posto. Quest’ultima guida pubblicata da UNESCO, UNICEF e OMS offre suggerimenti su come possiamo riaprire le scuole mantenendo i bambini e le comunità al sicuro. E sappiamo che alcuni Paesi hanno già adottato misure per farlo.

In Senegal, per esempio, le scuole hanno distanziato le sedie delle classi per mantenere la distanza tra gli studenti. Il Ruanda sta costruendo nuove aule e sta assumendo altri insegnanti. L’Egitto ha creato classi più piccole e ha scaglionato gli orari scolastici in turni. Molti paesi hanno aumentato le postazioni per il lavaggio delle mani, hanno introdotto controlli sanitari e hanno spostato gli sport e altre attività all’aperto. Altri paesi stanno anche usando l’apprendimento misto: di persona e e a distanza.

Quando i governi decidono di tenere chiuse le scuole, li esortiamo ad aumentare le opportunità di apprendimento a distanza per tutti i bambini, specialmente per i più emarginati. Bisogna trovare modi innovativi – tra cui servizi online, TV e radio – per far sì che i bambini continuino ad imparare, a prescindere da tutto.

Prima della pandemia, il mondo si trovava ad affrontare una crisi dell’apprendimento – sia in termini di accesso all’istruzione che di qualità dell’istruzione per ogni bambino. Se non interveniamo ora, questa crisi non farà che aggravarsi. E i bambini pagheranno il prezzo più alto di tutti”. 

ITALIA – “In occasione della riapertura delle scuole nel nostro paese, l’UNICEF Italia ha rilanciato la Petizione ‘Sicuramente scuola. Per una scuola sicura, moderna e inclusiva’ per chiedere al Governo di mettere al centro dell’agenda politica i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza definendo un piano di riapertura in sicurezza che garantisca un’istruzione inclusiva e di qualità oltre l’emergenza, con interventi personalizzati e attenti ai singoli bisogni degli studenti”, ha ricordato il Presidente dell’UNICEF Italia Francesco Samengo.

Per aderire: www.unicef.it/sicuramentescuola