SUPPLENZE

SUPPLENZE, DAL MI GIRANDOLA DI NUMERI, MANCA DATO COMPLESSIVO    

Il Ministero dell’Istruzione si ostina a non fare luce sul dato totale delle supplenze assegnate per quest’anno scolastico e preferisce fornire una girandola di numeri che non restituisce il quadro complessivo della situazione. 
Le 110mila assegnazioni che viale Trastevere afferma di aver già fatto stridono con la realtà dei fatti che parla, invece, di gravi ritardi nelle nomine per le quali, da quanto ci risulta, non siamo neanche a metà del guado. Ciò che sarebbe utile sapere è quanti posti  ci sono effettivamente vacanti. Se, come sostiene il Ministero, le cattedre rimaste libere in seguito alle assunzioni in ruolo ammontano a 66.654, considerato che i posti disponibili autorizzati dal Mef sono 84.808, quelli assegnati risultano appena 18.254. Una cifra decisamente esigua se pensiamo che è frutto del reclutamento avvenuto attraverso tre canali: graduatorie di merito, graduatorie a esaurimento e chiamata veloce. Ciò, purtroppo, dà ragione alle nostre previsioni secondo cui quest’anno conteremo oltre 200mila supplenze. In termini percentuali, dunque, il numero di stabilizzazioni è dimezzato rispetto all’anno scorso.
E dopo le nostre ripetute segnalazioni circa i ritardi nelle nomine e i diffusi errori nelle Gps,  adesso arriva anche la conferma da parte dell’Usr Lombardia che, in una circolare inviata agli uffici periferici dell’Amministrazione, comunica che ‘il numero dei posti sui quali convocare in Lombardia è particolarmente alto ed è pertanto prevedibile che le operazioni si protraggano per alcuni giorni’ e rileva ‘diffusi vuoti di organico’.
Per ovviare alla carenza di docenti, dunque, i dirigenti scolastici potranno attingere dalle nuove graduatorie di istituto, ma stipulando contratti in cui sia chiaramente esplicitata la clausola risolutiva per cui i supplenti assunti dovranno lasciare la cattedra all’arrivo degli insegnanti aventi titolo provenienti dalle Gps. La toppa, insomma, è peggiore del buco perché provocherà il solito balletto di precari che nuoce a insegnanti e studenti.