Studenti: Recovery fund, primo passo per nuovo modello di scuola

da OrizzonteScuola

Di redazione

Sul Recovery Fund anche gli studenti vogliono dire la loro. Si sono ritrovati con un sit-in sotto la sede del ministero dell’Istruzione a viale Trastevere.

Con tanto di cartelli e mascherine sul volto hanno alzato la voce. Si sono messi in ginocchio – esattamente come si trovano le loro scuole – sulla gradinata di accesso all’edificio e hanno fatto notare che i 209 miliardi previsti dall’Europa sono un primo passo per un nuovo modello di scuola.

A raccontare la loro protesta è stato il sito Open con tanto di video. Si sono rivolti direttamente alla ministra Azzolina dalla quale vorrebbero essere ricevuti. Vogliono risposte concrete; la scuola così com’è va loro stretta e vogliono nuove risposte adeguate ai tempi.

La pandemia da Coronavirus ha messo in risalto ancora di più le debolezze strutturali della scuola italiana e – ora che sta intervenendo anche l’Europa con una proposta di finanziamenti – vorrebbero che le risorse fossero destinate a un nuovo modello di istruzione.

Per voce di Alessandro Personè dell’Unione degli Studenti, hanno detto: “I nostri istituti sono stati riaperti da una settimana e l’unica cosa che emerge è che le nostre scuole sono in ginocchio a causa di un piano di riapertura inadeguato”.

Hanno messo sotto accusa i trasporti ancora insufficienti, i lavori di edilizia mai partiti e l’organico mancante oltre alla didattica a distanza che invece è presente.

Non si azzardi nessuno a commentare che la soluzione a questi problemi richiedono soldi, perché gli studenti hanno la risposta pronta anche a questo: “I 209 miliardi del Recovery Fund sono un primo passo per superare i problemi strutturali che subiamo da anni. Vogliamo un incontro fra ministra dell’Istruzione, Governo e parti sociali per discutere insieme una proposta su come e dove spendere i fondi”.

Per questo motivo hanno già annunciato di essere presenti anche alla mobilitazione del 25 e 26 settembre. “Dobbiamo dare priorità alla scuola – hanno chiosato – per immaginare un nuovo modello di società”.