Dirigenti senza scudo penale

da ItaliaOggi

Emanuela Micucci

Non passa lo scudo penale per presidi, docenti e Ata per l’applicazione delle norme anti contagio da coronavirus. Nella conversione in legge del decreto Semplificazioni non è stato accolto l’emendamento con la clausola di salvaguardia per dirigenti e personale scolastico. Riformulando alcuni emendamenti di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Italia Viva, il testo stabiliva che «fino al 31 agosto 2021,ove l’organizzazione dello svolgimento in condizioni di sicurezza dell’anno scolastico 2020/202, nell’osservanza delle prescrizioni del Cts (Comitato tecnico scientifico, n.d.r.) implica la soluzione di problemi tecnici di speciale difficoltà, il personale scolastico risponde verso terzi dei danni limitatamente ai casi in cui la produzione del danno conseguente alla condotta del soggetto agente è dovuta a dolo o colpa grave». Uno scudo soft, che lasciava l’onere di dirimere condotte appropriate o meno all’interpretazione dei termini «problemi tecnici di speciale difficoltà» da parte di eventuali soggetti accertatori, come ministero, provveditorato, tribunale. Sarebbe stato, tuttavia, un passo avanti normativo a tutela in particolare dei presidi che da mesi lo chiedono ripetutamente, suffragati da prese di posizione autorevoli come quella di Giuseppe Pignatone, ex procuratore della Repubblica di Roma. Ottenendo rassicurazioni dalla stessa ministra dell’istruzione in vista della riapertura delle scuole Il Cura Italia, infatti, ha equiparato il contagio da covid-19 ad un infortunio sul lavoro. Ma, sottolineano i sindacati dei dirigenti scolastici, non si può pensare che il preside debba finire sotto accusa in caso di contagio di un dipendente se il protocollo sanitario è stato integralmente applicato.

Tanto più considerando il contesto e l’utenza che hanno caratteristiche ben diverse da quelle degli altri datori di lavoro, pubblici e privati. «Siamo estremamente delusi dal mantenimento di un regime punitivo retrogrado che, ben lungi dal garantire ai cittadini una vera tutela, si limita a cercare un capro espiatorio», commenta Antonello Giannelli alla guida dei presidi dell’Anp.