Smart working e permessi se il figlio è a casa

da Il Sole 24 Ore

di Cristina Casadei

Sul ritorno in classe, mai desiderato così tanto come quest’anno da studenti e genitori, incombe la spada di Damocle della quarantena degli alunni, in caso di presenza di positivi a scuola. Il tema è entrato nella discussione del Dl Agosto ed è sotto i riflettori del dipartimento delle Pari opportunità e del ministero del Lavoro. Il Consiglio dei ministri ha manifestato l’intenzione di trovare tanto le risorse per i congedi parentali straordinari che per lo smart working.

Al momento, però, la misura principale attraverso cui i genitori potranno gestire momenti di criticità, come la quarantena appunto, è lo smart working. Come è noto e come è stato rilevato da diverse parti, questa è una modalità che interessa solo alcune categorie di lavoratori che possono svolgere il loro lavoro anche da remoto e che, tra l’altro, sono anche quelle che mediamente hanno stipendi più elevati e quindi possono permettersi più paracadute. Per tutti coloro che devono svolgere il proprio lavoro in presenza, dalla commessa, al barista, all’autista di autobus, all’operaio sono ancora allo studio misure diverse, giunte però nella fase della definizione finale.

Con la ripresa della scuola si sta ragionando su un’ulteriore proroga dei congedi parentali Covid 19 che erano stati introdotti con il primo decreto Cura Italia per poi essere prorogati, anche con la possibilità di fruirne a ore. Fino al 31 agosto però, come spiega l’ultima circolare dell’Inps. La misura dà diritto a un’integrazione al 50% del reddito del lavoratore che resta a casa a curare i figli. La misura, che ha un limite temporale, era stata prevista in alternativa al bonus baby sitter e potrebbe oggi rivelarsi molto preziosa per quelle famiglie che non hanno mai avuto una baby sitter e difficilmente la possono trovare ora, soprattutto per coprire eventuali emergenze sanitarie. Senza poi poter contare sui nonni a causa delle loro maggiore vulnerabilità.

Il ministro per le Pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti, ha detto più volte che alle famiglie devono essere date «risposte certe». Le aspettative sulla ripresa dell’anno scolastico in sicurezza sono altissime, così come quelle sulla sfida rappresentata dalla gestione dei casi di Covid a scuola, dove, soprattutto per i più piccoli, il distanziamento è un messaggio molto complicato da trasferire. I dirigenti scolastici stanno diramando messaggi dove si chiede molto senso di responsabilità alle famiglie e diligenza nel rispetto delle regole che saranno previste. Certamente questo potrà contenere ma non impedire la possibilità di contagio. E allora, stando al ministro Bonetti, «in presenza di un caso positivo in una classe i genitori non sarebbero in quarantena ma devono avere il diritto di poter rimanere a casa a custodire i loro figli». Su questo tema il Governo è impegnato a dare risposte. «Stiamo lavorando per scrivere le norme che riattivino i congedi parentali che già in tempo Covid avevamo attivato e il diritto allo smart working», assicura Bonetti che però precisa: «Non entra in vigore nessuno stato di emergenza semplicemente dobbiamo creare un contesto che dia strumenti alle famiglie, ma anche alle imprese e ai lavoratori, per poter gestire eventuali scenari di riattivazione del contagio».

Il dibattito si svolge mentre si evolvono scenari potenziali di incertezza, dovuti all’eventuale ripartenza del contagio, per cui tutti si stanno attrezzando, anche le aziende dove è necessario sapere quali strumenti ci saranno a disposizione in modo da poter affrontare le situazioni critiche. Bonetti osserva che «le famiglie devono sentirsi accompagnate in questo tempo di inizio scolastico che deve avvenire in piena sicurezza e serenità. L’impegno di tutti noi deve essere rivolto a restituire luoghi di comunità educante per i bambini e i ragazzi che per tanti mesi sono stati costretti a rimanere in casa. Per far questo il Governo insieme ai livelli regionali e territoriali competenti sta mettendo in campo varie misure per garantire un avvio che sia il più lineare e tranquillo possibile». Dalle Pari opportunità è arrivata anche la richiesta di personale sanitario dedicato alle famiglie e alle scuole in modo tale da accelerare percorsi sanitari e attivarli nel modo più semplice possibile, superando la burocrazia.