Coronavirus, Speranza alla Camera: «Presto tamponi rapidi anche nelle scuole»

da Corriere della sera

Valentina Santarpia

«Si va in questa direzione»: lo ha confermato il ministro della Salute Roberto Speranza al Question Time alla Camera, annunciando che dopo il successo dei test antigenici negli aeroporti- 100 mila al giorno-, si inizia a pensare di utilizzarli anche fuori, e precisamente «rispetto alla grande questione della riapertura delle scuole». «Tra i test più promettenti c’è quello salivare, meno invasivo e più indicato per essere usato nelle scuole», ha detto Speranza. «Il nostro auspicio – ha aggiunto – è che ciò possa avvenire in tempo breve, ma l’esigenza di correre per avere a disposizione questi strumenti va tenuta insieme all’esigenza che essi passino in maniera molto seria tutte le verifiche degli organismi competenti».

Le sperimentazioni nelle regioni

Lazio e Veneto hanno già deciso di usare i tamponi rapidi per lo screening nelle scuole. In particolare, la Asl Roma 4 ha comunicato che partiranno proprio domani, giovedì, i primi tamponi rapidi antigenici nelle scuole. Il primo intervento è stato programmato nel liceo scientifico Vian ad Anguillara. «È stata inviata dalla direzione dell’istituto una circolare ai genitori per raccogliere l’adesione volontaria al test che è stata molto buona – spiega l’Unità di Crisi -. Da domani mattina inizieranno le attività di testing che proseguiranno a rotazione con gli altri istituti del territorio». A differenza dei tamponi nasofaringei che rilevano l’Rna del virus e che necessitano di 24-48 ore per essere processati da un laboratorio, i tamponi rapidi danno risposta nel giro di mezz’ora, o anche meno. Sono definiti «antigenici» perché cercano le proteine del virus, cioè gli antigeni, sempre nelle secrezioni respiratorie. Questi test possono fornire una risposta qualitativa, cioè possono dire se gli antigeni virali sono in quantità sufficiente per essere rilevati. Non richiedono strumenti di laboratorio; il prelievo avviene con dei bastoncini infilati nelle narici e nella faringe (come nel caso di un tampone «classico») oppure può essere presa la saliva. Non sono considerati affidabili al 100%, ma sono utili per effettuare screening di massa veloci o comunque per individuare persone infette con alta carica virale. Proprio quello di cui avrebbero bisogno le scuole. L’attendibilità dei test rapidi è leggermente inferiore (85%), ma se il test rapido è positivo si farà il tampone tradizionale per avere la certezza del risultato.

Lo screening di docenti, presidi e collaboratori

Il Corriere aveva già anticipato l’idea del governo di sperimentare i test rapidi nelle scuole, ma ora sembra che il progetto si sia concretizzando. Lo screening di docenti, personale e studenti sarebbe molto più veloce e, in caso di un alunno o docente positivo, si eviterebbe di paralizzare un’intera classe e condizionare il lavoro di tanti genitori: il tampone tradizionale verrebbe fatto solo in caso di test rapido positivo. I dubbi finora sono sorti per l’attendibilità del test, che, secondo l’Istituto superiore di sanità, è in continua evoluzione.