Il piano della ministra per l’esame in sicurezza 7.500 aule, 1.500 istituti

da la Repubblica

Settemilacinquecento aule impiegate. Millecinquecento scuole interessate. Migliaia di commissari per 64 mila concorrenti. Otto o nove candidati per classe, a tre metri di distanza l’uno dall’altro. Non ha dubbi, Lucia Azzolina: il concorsone della scuola si terrà regolarmente. Anche a costo di un’impressionante frammentazione dei contendenti, in modo da mantenere il distanziamento, con un piano che sarà presentato già nelle prossime ore. Solo in un caso, ha fatto sapere la ministra 5S, questa prova nazionale sarà congelata: di fronte a un lockdown. Altrimenti si procederà, senza tentennamenti. Avanti, dunque. Nonostante i dubbi di Nicola Zingaretti, che fa mettere a verbale la contrarietà del Pd. Nonostante il Covid. Nonostante i sindacati. E grazie alla copertura politica di Giuseppe Conte che, almeno finora, mai è mancata.

C’è un piano politico e sindacale, e uno sanitario: tutto finisce nel calderone di queste ore. La politica, allora: è il terreno su cui continuano a scontrarsi da mesi Movimento e Pd. Quanto c’è di Nicola Zingaretti dietro alla sortita della responsabile Scuola del Pd, questo il dilemma che preoccupa per qualche ora Palazzo Chigi. Parecchio, è la risposta, perché il governatore ha già conosciuto nel Lazio le prime quarantene, le aule chiuse, gli allarmi delle famiglie. Non farà le barricate, il leader del Pd, e infatti l’attacco della dem Camilla Sgambato alla fine viene sfumato. Ma ci tiene a mettere agli atti la sua preoccupazione.

Conte, però, ha sempre sostenuto e continua a sostenere Azzolina. Sa che rappresenta il bersaglio mobile di Salvini. Sa che è poco amata (eufemismo) nel Pd. Sa anche che per il momento è fondamentale mandare un segnale di normalità al Paese, almeno finché la situazione appare sotto controllo. Per questo, a sera, non si oppone alla linea “dura” scelta dalla ministra. La guerriglia, ovviamente, coinvolge le truppe parlamentari di Pd e 5S. Con i primi favorevoli alla modalità di selezione attraverso concorso, i secondi che preferirebbero attingere dalle liste dei precari storici per decidere chi stabilizzare.

Sullo sfondo, però, preme l’allarme sanitario, che è in realtà il vero timore dell’esecutivo. Quello che, per dirla con il senatore dem Franco Verducci, mette a rischio chi vive nella scuola: «Ci sono innumerevoli quarantene dovute a contagi scolastici. Non capisco come si possa ignorare tutto questo» . Uno spettro che, al netto del braccio di ferro politico, non lascia indifferenti Conte e neanche Azzolina. E che spinge a un’organizzazione molto dispendiosa del concorso, con abbondante impiego di uomini e mezzi. I numeri non sono ancora ufficiali, ma non si discosteranno molto da quelli che anticipiamo: al massimo nove concorrenti per classe, 7.500 aule mobilitate per 64 mila concorrenti. Considerando che l’obiettivo è coinvolgere cinque classi per istituto, saranno interessati circa 1500 edifici scolastici. Mediamente, 75 edifici per Regione. A vigilare sulle 7.500 aule, poi, ci saranno migliaia di commissari, impegnati per un giorno nella prova. Subito dopo, le classi dovranno essere sanificate per consentire il ritorno degli studenti.

Azzolina, sul punto, non ha intenzione di arretrare. Così convinta della strumentalità della richiesta di rinvio, da essere già pronta a lanciare dopo il concorso straordinario anche quello ordinario. Intende organizzarlo tra novembre e dicembre, nonostante il rischio Covid. Per quella selezione sono in lizza oltre quattrocentotrentamila aspiranti prof, da scremare prima attraverso prove preselettive, poi con un vero e proprio esame finale.

Otto-nove candidati per classe a tre metri l’uno dall’altro Così l’Istruzione porta avanti il suo programma. Con il sostegno di Conte