S. Ferrara, La grande invenzione

S. Ferrara, La grande invenzione

di Maurizio Tiriticco

“La grande invenzione” è il titolo di un bel libro di Silvia Ferrara, recentemente pubblicato da Feltrinelli. Ed è il sottotitolo che ne chiarisce il contenuto: “Storia del mondo in nove scritture misteriose”. Pertanto, quando ti aggiri in libreria compulsando volumi, come fai a non prendere in mano questo libro, dal titolo così accattivante e, per certi versi, anche di per sé un po’ misterioso? E come fai a non sfogliarlo? Anche perché credevo, da ignorantello quale sono, che in materia di linguistica, dopo le ricerche di qualche decennio fa, ormai il discorso fosse esaurito.

E poi vai subito ai risguardi di copertina: “Silvia Ferrara è professoressa ordinaria di Civiltà egee all’Università di Bologna. Ha studiato all’University College di Londra e all’Università di Oxford e, dopo diversi anni come ricercatrice i Archeologia e Linguistica a Oxford, è tornata in Italia. Nel 2017 il suo progetto di ricerca ha vinto il Consolidator Grant dell’Europaean Research Coincil”. Acquisto immediato! Poi, più curioso che mai, tornato a casa, vado sul Web per vedere che cos’è questo Consolidator Grant ecc…, e leggo che Il Consiglio europeo della ricerca è la prima agenzia dell’Unione europea dedicata al supporto della ricerca scientifica di frontiera incentrata sul ruolo del ricercatore investigator. Nonché, aggiungerei, navigator! Ed ovviamente non si supportano ricerche che non abbiano un solido fondamento scientifico e finalità innovative. Insomma, la nostra giovane Silvia dispone di tutte le carte in regola per “dire la sua” in una materia interessante, quale – come ci dice la stessa Silvia – “la scoperta delle scritture inventate dal nulla e di quelle rimaste indecifrate fino ad oggi, non solo tra i segreti della storia, ma anche nei meandri della nostra mente”.

Ed io che avevo a che fare solo con le scritture – e le lingue parlate, diciamo così – del nostro tempo, e gli studi di Chomsky e De Saussure! Per non tirare in ballo la polemica tra l’intera opera di Piaget e il “Pensiero e linguaggio”, di Wygotskij. Era, in effetti, il grande dilemma di quei lontani anni trenta: la lingua ha un’origine individuale, biologica (Piaget) oppure sociale, collettiva? La visione ufficiale sovietica! E sullo sfondo addirittura la contrapposizione tra due sistemi economico-sociali: capitalismo o socialismo? Oggi possiamo forse sorridere, ma da allora… dopo molti anni… quanto tempo è passato: la caduta di uno storico muro, a Berlino, nell’ormai lontano 1989… un avvenimento epocale, che allora fece crollare, come per magìa, un’intera cortina di confini, che era pure di ferro! Insomma un crollo che allora pose anche un definitivo suggello su quelle polemiche linguistico-culturali, se non addirittura su un intero “pezzo di storia”, socio-economica e culturale.

Ma in materia di linguistica è doveroso ricordare anche i nostri Simone e De Mauro! Per non dire poi dei due linguaggi, quello della parola e quello del numero! Mi piace ricordare due grandi ricercatori a confronto: “Contare e raccontare, dialogo sulle due culture”, pubblicato da Laterza nel 2003. Carlo Bernardini, il matematico, e Tullio De Mauro, il linguista, discutono: perché in effetti il numero e la parola non sono in concorrenza, ma sono le nostre umane chiavi di accesso per comprendere la realtà ed intervenirvi, ovviamente.

Oddio! Tutti ricordi dei tempi di Checco e Nina, se pensiamo a questa giovane Silvia che non solo ci vuole dire qualcosa sulla nascita e lo sviluppo della scrittura, ma addirittura intende cimentarsi con ben nove scritture misteriose, che forse ai nostri classici della ricerca linguistica sono sfuggite! E’ noto che il linguaggio – o meglio un certo tipo di linguaggio, riccamente articolato di suoni, vocali consonanti, pausazioni e tutte le diavolerie che caratterizzano il nostro umano parlare/scrivere e ascoltare/leggere, rigidamente disciplinato dalla grammatica (fonologia, morfologia e sintassi) e/o da più grammatiche – è la caratterizzante comunicativa di noi umani, oggi, ma anche ieri nonché domani! Ed è disciplinato da mille differenti grammatiche, normate da più parlanti in differenti spazi e tempi. Però, mentre il parlato si perde – ovviamente quello precedente alla strumentazione inventata ed arricchita negli ultimi decenni – lo scritto, invece, resta! E, se l’origine, la diffusione e la fine dei tanti mille parlati si perde, quella dei tanti mille lontani scritti rimane, in migliaia di supporti, dal coccio alla pergamena, al papiro, alla carta e non so cos’altro!

MI piace sottolineare quanto ci scrive l’editore a proposito del libro di Silvia: “Parla di un’invenzione ancora avvolta nel mistero: la scrittura. È ormai quasi sicuro che sia stata concepita da zero più volte nella storia. Ma come si è arrivati a questa rivoluzione? Che cosa ci ha portato a scrivere? Per aiutarci a svelare questo arcano, Silvia Ferrara ci guida alla scoperta delle scritture inventate dal nulla e di quelle rimaste indecifrate fino a oggi, non solo tra i segreti della storia, ma anche nei meandri della nostra mente. Cina, Egitto, Messico, Mesopotamia, Cipro e Creta. Gli enigmi delle isole, la grande macchina delle città e degli imperi. Gli esperimenti sulla scrittura e le invenzioni solitarie, i sistemi ancora indecifrati dell’Isola di Pasqua e della Valle dell’Indo, il manoscritto di Voynich, gli oscuri khipu inca, il disco di Festo e tanti altri. Questo libro è un viaggio nella nostra capacità illimitata di creare storie e simboli, fatto di iscrizioni sibilline, di lampi di genio nel passato, della ricerca scientifica di oggi e dell’eco, vaga e imprevedibile, della scrittura del futuro. Insomma, la scrittura è la più grande invenzione del mondo. E questo libro racconta la nostra urgenza di permanere. Dall’alba della civiltà fino a oggi, un viaggio mai raccontato nella nascita della scrittura e nei misteri dei segni indecifrati. Un viaggio che non è ancora finito”.

E il seguito alla… prossima puntata!