Scuola, arrivano gli psicologi

da la Repubblica

Corrado Zunino

ROMA – Gli psicologi servono a questa scuola così stressata, già affaticata, ora di nuovo impaurita. Per l’anno scolastico in corso ogni istituzione ha 4.800 euro a disposizione per “attivare il supporto psicologico per studenti, insegnanti e genitori”. E’ una misura chiesta dalle stesse scuole, imposta al ministero dell’Istruzione dai sindacati e affidata per la realizzazione al Dipartimento risore umane. Il quadro c’è, dal 6 agosto scorso, e ora si è siglato anche un accordo formale con l’Ordine degli psicologi. Gli istituti più avanti sul piano dell’organizzazione hanno già fatto partire i bandi per il reclutamento del professionista, la maggior parte dei dirigenti, però, è ancora immersa nella gestione di un quotidiano fatto di docenti che mancano e positivi che salgono: non ci sono ancora le condizioni per far crescere il controllo del benessere psicologico degli attori scolastici.

Al ministero, dalla stagione 2016-2017, quella dei terremoti dell’Italia centrale, esiste una task force per le Emergenze educative chiamata a intervenire nelle situazioni di emergenza per garantire il diritto allo studio in tutti gli 8.290 istituti scolastici italiani. Per far fronte all’emergenza sanitaria da Covid-19, la task force ha realizzato – in collaborazione con l’équipe clinica e medico-psicologica dell’Ido di Roma, la Società italiana di Pediatria e il portale di informazione Diregiovani – una proposta di assistenza psicologica che si integri con la didattica curriculare.

Si affronterà, e in alcuni casi si sta già affrontando, l’emergenza con le sue conseguenze, pratiche, emotive e psicologiche. Le scuole che hanno aderito per prime al piano provengono dalle aree della Lombardia, innanzitutto la provincia di Bergamo, dal Veneto e dalla Sicilia, dove, si legge, “in un periodo di emergenza come questo si rischia di alimentare la demotivazione e il fenomeno della dispersione scolastica”.Neuropsichiatri e logopedisti

Un’équipe di psicologi, e psicologhe, dell’età evolutiva è a disposizione di giovani e delle famiglie per garantire, anche a distanza, il servizio dello sportello d’ascolto, peraltro esistente da tempo. Le indicazioni generali chiedono di tenere conto dello stress da studio nelle nuove condizioni di frequentazione della classe o di obbligo dell’apprendimento da remoto: per gli studenti sono a disposizione video e contenuti dedicati alla questione. Nel protocollo firmato a luglio si parla, quindi, di un gruppo multi-specialista “a supporto delle famiglie” per gestire e contenere, anche a distanza, difficoltà e bisogni specifici. Dal pediatra al neuropsichiatra, al logopedista, pensati in particolare per chi ha difficoltà di apprendimento o disabilità. Per i docenti è pronto un percorso di formazione a distanza che offrirà gli strumenti necessari per gestire l’ansia e lo stress dei discenti.

In questa rete, consolidata nel tempo e sulla quale si appoggiano adesso le nuove risorse, entrano anche gli educatori, protocollo quest’utimo del 27 agosto. Affiancheranno i docenti nel tentativo di far crescere il livello di gestione della classe, la crescita delle attività educative inclusive e speciali. Si legge, a questo proposito: “Bisogna avviare lo studio, la ricerca e l’applicazione di metodologie e buone pratiche per sostenere i processi apprenditivi, ridurre e prevenire i fenomeni del bullismo e del cyber bullismo, della violenza, del disagio giovanile, delle difficoltà specifiche nell’apprendimento e delle problematiche comportamentali”.

“Un euro investito, tre euro risparmiati”

David Lazzari, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine, spiega: “La presenza degli psicologi nella scuola è avvenuta sotto la spinta dei bisogni, dal basso, ma questo ha creato un panorama molto frammentato, a macchia di leopardo e spesso su bisogni specifici e limitati. Nel nostro Paese manca un supporto psicologico organico, diffuso e omogeneo sul quale studenti e docenti possano fare affidamento. Un soggetto con problemi psicologici può rinchiudersi in se stesso, sviluppare problematiche invalidanti, rendere molto meno sul piano dello studio e della vita. Tutto questo rappresenta un costo economico e sociale. Se affrontiamo il disagio al momento dell’insorgenza dei primi problemi è possibile minimizzare sia il malessere sia la ricaduta sulla collettività. Per ogni euro investito in psicologi la scuola ne risparmia da tre a sette. Un’indagine italiana realizzata su settemila genitori ha evidenziato problematiche psico-comportamentali in sei minori su dieci, con una correlazione significativa tra disagio psicologico nei genitori e presenza di problemi nei figli. Spesso i figli delle famiglie più svantaggiate sono quelli che hanno più problemi e meno opportunità di aiuto. La mancanza degli psicologi nel pubblico, nella scuola, è uno dei fattori che alimenta la disuguaglianza e il divario di opportunità”.